ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Il Sole 24 ORE (Sezione: Europa Pag. 4 ) |
Venerdì 26 marzo 2004 |
M. LUD
Collaborazione con gli altri servizi segreti, monitoraggio dell'immigrazione clandestina, tutela delle presenze all'estero
L' Italia vara le linnee guida sulla sicurezza
ROMA - Massima collaboarazione con i servizi segreti degli altri Paesi, attenzione puntata ai focolai di eversione, monitoraggio stretto dell'immigrazione clandestina, tutela rigida delle presenze civili e militari all'estero. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha riunito ieri a Palazzo Chigi il Comitato interministeriale per le informazioni e la sicurezza (Ciis) e ha fornito a Sisde e Sismi le indicazioni sulla strategia d'azione per i prossimi mesi. Un incontro durato circa un'ora al quale hanno partecipato, oltre al premier, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi, Gianni Letta, i ministri Giuseppe Pisanu (Interno), Antonio Martino (Difesa), Franco Frattini (Esteri), Roberto Castelli (Giustizia), Giulio Tremonti (Economia), Antonio Marzano (Attività produttive) e il segretario generale del Cesis, Emilio Del Mese. Il presidente del Consiglio ha insistito, in particolare, sull'importanza della «massima apertura» della nostra intelligence alla collaborazione con i servizi delgi altri Paesi nella lotta al terrorismo. Dai ministri Frattini e Martino è poi arrivato un invito a una «ottimale copertura della presenza italiana civile e militare all'estero». Sono due le zone che destano preoccupazione: l'Afghanistan, con circa 500 militari itagliani impegnati nell'oprazione Isaf, dove probabilmente sarà inviato un contingente che dovrà gestire un team di ricostruzione provinciale; l'Irack, dove i militari sono qusi 3mila e ci sono anche presenze civili importanti, come il governatore della provincia di Dhi Qar, Barbara Contini e gli esperti impegnati nell' Autorità provvisoria della coalizione. Dopo i recenti disordini in Kosovo anche i Balcani, dove i militari italiani sono alcune migliaia, rimangono un fronte caldo. All'interno le indicazioni del Ciis comprendono un controllo attento delle cellule islamiche presenti sul teritorio nazionale e uno stretto monitoraggio dell'immigrazione clandestina, che può costituire un canale d'ingresso di terroristi in Italia. Da non sottovalutare, dicono le direttive, anche i rischi dell'eversione interna e della criminalità organizzata. Queste attività vanno svolte, è stato sottolineato, «stretto rapporto con il ministero dell'Interno per la diffusione delle informazioni alle forze di polizia sul territorio». Una riunione «utile», quella del Ciis, in questo momento particolare, che può contribuire alla vigilanza e a dare una «risposta efficace rispsetto alle minacce esistenti»: così l'ha definita il senatore Massimo Brutti (Ds), membro del Copaco (Comitato parlamentare di controllo suiu servizi segreti). Rispetto all' allarme in corso il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha detto: «Non bisogna collaborare con il terrorismo, modificando le nostre abitudini quotidiane. Per questo io a Pasqua, come sempre, sarò alla messa in San Pietro». Secondo il sindaco di Roma, Walter Veltroni, «sarebbe inutile» militarizzare quasi completamente la capitale, pechè il pericolo terrorismo va combattuto su due piani, quello dell'intelligence e quello internazionale. E a Firenze il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, ha affermato che un momento come questo, in una Europa sanguinosamente ferita e ulteriormente minacciata dal terrorismo di matrice isalmica, va ricordata l'attualità di Giorgio La Pira che fu tra i primi, nel dopoguerra, a cogliere esegnalare la complessità dei problemi che il rapporto con l'Islam avrebbe posto all'Occidente»
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