ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL Sole 24 ORE
(Sezione:  COMMENTI E INCHIESTE     Pag. 8 ) |
Martedì 3 giugno 2003 2003 |
Intanto riprendono gli sbarchi dei clandestini
AGRIGENTO * Favoriti dal bel tempo e dal mare calmo, in questi giorni sono ripresi gli sbarchi di clandestini sulle coste siciliane e calabre. Sabato scorso, a Pantelleria sono arrivati una sessantina di curdi. A Pozzallo, nel Ragusano, una settantina di persone. A Lampedusa gli sbarchi sono stati addirittura due: oltre cento tra asiatici e africani sono scesi all'isola dei Conigli, al porto invece sono approdati in circa duecento tra somali, palestinesi e iracheni. Nella notte tra sabato e domenica, arrivi anche in Calabria, a Punta Stilo (circa duecento curdi). E a Porto Empedocle, nell'Agrigentino, è stata rimorchiata a riva una barca con più di cento persone. Ed è durata poco meno di 24 ore la tregua. Infatti, ieri pomeriggio è stata raggiunta da due motovedette un'imbarcazione al largo di Lampedusa, con una sessantina di clandestini. E le cifre continuano a salire: si parla addirittura di quasi mille arrivi da sabato mattina.
«Gli ultimi sbarchi di massa di immigrati clandestini sono la certificazione del fallimento della legge Bossi-Fini - ha detto Livia Turco, deputata ds ed ex ministro per le politiche sociali. Turco indica come necessarie «una politica di ingressi regolari e di accordi bilaterali con i Paesi di provenienza», altrimenti «la clandestinità aumenta. Pensare di governare il fenomeno dell'immigrazione, solo rendendo più rigidi gli ingressi e più selvagge le espulsioni non funziona». La legge Bossi-Fini «non è mai stata presentata da nessuno come la bacchetta magica che avrebbe risolto tutti i problemi dell'immigrazione clandestina». Si tratta invece - ha affermato Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno - di «un tassello importante di una strategia più ampia, che conosce in questo periodo un aumento di impegno e consapevolezza da parte della Ue nel suo insieme, attraverso la moltiplicazione dei contatti sul piano internazionale. Adesso bisogna tradurre le intenzioni in misure concrete e reali».
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