ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione: Interni     Pag. 6)
Sabato 8 giugmo 2002


IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO: PRESE DI POSIZIONE INGENEROSE

 

«Il governo si è già impegnato a mettere in regola chi lavora»
«Il voto agli extracomunitari? Il problema si porrà quando avremo una popolazione stabile. Adesso siamo solo in fase d´integrazione»




ROMA

MA i giovani industriali hanno letto il testo della legge? Ho qualche dubbio». Alfredo Mantovano è il sottosegretario all´Interno che per il governo ha seguito la vicenda parlamentare della Fini-Bossi. Le sue risposte non lasciano spazio alle critiche lanciate da Anna Maria Artoni e liquidano così le nuove polemiche tra Lega e Udc: «Stiano tutti tranquilli. I nodi più significativi sono ormai alle nostre spalle. La verità è che tutte le volte che si è votato in commissione e in aula, la maggioranza è rimasta unita. Le dichiarazioni mi interessano meno».

Lei oggi parteciperà a Santa Margherita Ligure a una tavola rotonda dei Giovani industriali che hanno bollato il ddl sull´immigrazione come uno «spot dove si mostrano i muscoli». Cosa dirà loro?
«Prima di tutto ricorderò che questa legge è stata preceduta da una serie di approfondimenti in Parlamento. Ci sono state diverse audizioni tra le quali quella del dottor Guidalberto Guidi (consigliere per le relazioni industriali della Confindustria, ndr) il quale ha espresso alcune riserve e indicato delle aspettative. Bene, invito la dottoressa Artoni a mettere a confronto il testo del provvedimento approvato dalla Camera con i suggerimenti della Confindustria. Si renderà conto che le sue critiche sono ingenerose».

Può farci qualche esempio?
«Abbiamo considerato la formazione professionale nei paesi d´origine come titolo di prelazione per l´ingresso in Italia. La Confindustria ci aveva chiesto di mantenere alcune categorie fuori dai flussi ed è stato previsto fuori quota l´ingresso degli infermieri professionisti. La precarietà dell´extracomunitario che perde il lavoro viene risolto prevedendo sei mesi di tempo entro il quale dovrà trovare un nuovo impiego. Potrei continuare con gli esempi...».

Dunque, lei è sorpreso dalle critiche?
«Accolgo tutte le critiche, ma mi chiedo se le novità presenti nella legge sono state valutate con sufficienza. Per esempio come si fa a parlare di rigidità quando è previsto uno sportello unico dell´immigrazione ai quali si potranno rivolgere i datori di lavoro? Inoltre, chi vuole assumere delle colf e delle badanti non dovrà più rivolgersi alle prefetture: basterà presentare la documentazione agli uffici postali che sono presenti nel territorio in maniera capillare».

Guidalberto Guidi ha detto che la legge Bossi-Fini non è definitiva e che occorre «lavorare» sull´emendamento Tabacci. E a proposito del mancato accoglimento di questo emendamento, la Artoni parla di discriminazione tra colf e operai. E´ la «sindrome d´assedio» denunciata a Santa Margherita Ligure?
«Da parte del governo non c´è alcuna sindrome d´assedio. Stiamo solo rispondendo ad una giusta domanda di sicurezza, rispedendo a casa chi arriva clandestinamente nel nostro Paese. Nessuno vuole alzare barricate nei confronti dello straniero, ma in Italia bisogna entrare dalla porta principale, legalmente, e non sfondando la porta. Per quanto riguarda l´accusa di "discriminazione" questo conferma il mio dubbio: ma i lavori parlamentari sono stati seguiti? Il governo si è impegnato a regolarizzare gli operai immigrati che lavorano clandestinamente. Questo impegno è stato fissato in un ordine del giorno, votato dal Parlamento, che accoglie l´emendamento Tabacci».

L´emendamento Tabacci sarà inserito nel decreto sui flussi o in un ddl?
«Non è stato ancora deciso lo strumento. Sono però in grado di dire, a nome del governo, che questo impegno verrà rispettato. Stiano tutti tranquilli, anche i colleghi dell´Udc».

Gli imprenditori junior propongono di estendere il voto amministrativo agli immigrati. Quando sarà possibile?
«E´ un problema che al momento non si pone perchè richiede una stabilità di popolazione, la cittadinanza e una conoscenza delle nostre leggi. Adesso siamo in una fase di regolarizzazione e di integrazione».





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