ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su La Stampa | Sabato 16 marzo 2002 |
Mario Calabresi
Fini: sulla droga meglio tornare alla dose minima
Il governo sta preparando una revisione della legge antidroga, a partire dalla reintroduzione del concetto di dose minima giornaliera per distinguere tra uso personale e spaccio, e nei prossimi mesi lancerà una campagna per tentare di arginare la diffusione delle droghe sintetiche tra i giovani. Lo ha annunciato il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ieri a Vienna per partecipare alla seduta conclusiva della 45esima sessione della Commissione stupefacenti delle Nazioni Unite. In Assemblea Fini ha sottolineato che «l'Italia è in prima linea nella lotta contro la droga ed è fiera di essere il contribuente finanziario più rappresentativo in sede di Nazioni Unite: anche nel 2002 ha stanziato oltre 12 milioni di euro». Un impegno che secondo Fini deve guardare in modo particolare all´Afghanistan, dove è necessario sostenere finanziariamente i contadini per sostituire le produzioni di papavero da oppio. Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano - che lo ha accompagnato - ha messo in evidenza come «l'Afghanistan abbia ancora il monopolio dell´eroina, con il rifornimento dell'80% del consumo in Europa. Bisogna fare una forte pressione sul nuovo governo affinché blocchi le culture e distrugga i magazzini, dove ci sono riserve in grado di soddisfare la richiesta del mercato mondiale per due anni, ma in cambio dobbiamo dare assistenza e sostenere colture alternative». In Italia invece, secondo il presidente di An, il governo deve rivedere la legge sulla droga e agire su tre fronti: prevenzione, repressione e recupero. Fini ha sottolineato la necessità di colmare il «vuoto legislativo» lasciato dal referendum radicale dell'93 che ha eliminato il criterio della dose minima giornaliera: «Penso sia necessario rimettere un confine che stabilisca fin dove c´è l´uso personale, altrimenti diventa difficilissimo colpire gli spacciatori. Al momento è il pretore che ha la discrezionalità di decidere se una quantità di droga trovata sia da considerare per uso personale o per spaccio. Bisogna rimettere dei limiti e delle certezze». Fini ha ribadito che «non ci deve essere nessuna distinzione tra le droghe leggere e quelle pesanti». «Certo - ha aggiunto - gli effetti sono diversi, ma il contrasto deve essere uguale, tenuto conto dell´allarme per la diffusione tra i giovani delle droghe sintetiche». Ma ha tenuto a sottolineare come «non sia vero che questo governo abbia come unico obiettivo la repressione. Certo è necessaria la lotta allo spaccio per ridurre l´offerta di droghe, ma questo sarebbe inutile se non si lavorasse a ridurre la domanda. Comunque nei prossimi mesi convocheremo una conferenza nazionale per annunciare la nostra strategia». Partendo dal dato che il consumo dell´ecstasy ha raggiunto quella dell´eroina nel mondo ha annunciato che il governo lancerà una campagna, che coinvolga le scuole e il mondo dello sport, per «combattere lo sballo del sabato sera»: «E´ importante che i nostri figli sappiano dei pericolo cui vanno incontro quando fumano uno spinello o, ancora peggio, prendono una pasticca, perché oggi troppo spesso hanno la sensazione che non si tratti di droghe». Il boom delle droghe sintetiche tra i ragazzi è proprio uno dei temi discussi durante la sessione della commissione sugli stupefacenti: «E´ in atto in tutto l´Occidente una normalizzazione del consumo per uso ricreativo. Tra i ragazzi - spiega Stefano Berterame, funzionario dell´Undcp ed esperto della prevenzione tra i giovani - si tende a non vedere l´uso come un problema. Chi usa l´eroina viene considerato un tossicodipendente e viene marginalizzato, mentre chi prende l´ecstasy in discoteca non si percepisce come un tossicodipendente, anche se nel lungo periodo arriva la dipendenza psicologica e c´è un impatto molto forte sulle cellule cerebrali». Le dichiarazioni di Fini hanno sollevato polemiche: dall´opposizione Giuliano Pisapia, (indipendente nel gruppo di Rifondazione comunista), le ha definite «stupefacenti»: «Oggi propone una modifica della legge su cui il Paese si è già pronunciato con un referendum e dimentica non solo che il pretore non esiste più nel nostro ordinamento ma, e soprattutto, che il giudice non ha nessuna discrezionalità nel distinguere le ben diverse posizioni degli spacciatori e quelle dei tossicodipendenti e dei consumatori». «Lo spacciatore infatti - ha concluso - è già oggi punito severamente, mentre la non punibilità, proprio a seguito del risultato del referendum popolare, è prevista solo per chi detiene sostanze stupefacenti per uso esclusivamente personale». Mentre Giuseppe Fioroni, dell'esecutivo della Margherita, accusa il governo: «Oggi vi accanite sui consumatori, ma avete fatto leggi che agevolano i loro aguzzini» e cita la normativa su rogatorie internazionali e mandati di cattura europei.
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