ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su LA STAMPA | Martedì19 febbraio 2002 |
Francesco Grignetti «Staneremo i trafficanti nei loro porti»
ROMA I corsari dell´immigrazione clandestina hanno rialzato la testa: nella seconda metà del 2001 gli sbarchi sulle coste italiane sono aumentati del 39%. E´ cresciuto di pari passo il numero degli stranieri espulsi (+26,1%). Ma altre carrette del mare sono approdate ieri. Una è stata avvistata al largo di Siracusa. «Sappiamo che ce ne sono diverse in navigazione nel Mar Rosso - riferisce il sottosegretario all´Interno, Alfredo Mantovano, An - e ci aspettiamo che l´Egitto intervenga». Il sottosegretario ieri ha fatto un giro in Puglia per controllare il meccanismo di contrasto. E stamani al Senato s´inizia a discutere della nuova legge voluta dal centrodestra. «Ma sappiamo bene che una legge da sola non basta. Ci vuole cooperazione internazionale. La polizia turca, che sa essere estremamente efficiente quando vuole, deve fermare quella falla che sono i porti di Smirne e Istanbul». Sono state ben 11.736 le persone sbarcate illegalmente nella seconda metà del 2001 (erano 8.407 nel primo semestre). E sono cambiate le rotte: ora approdano soprattutto in Calabria (4.831, pari a +282%) e Sicilia (3.683), meno in Puglia (3.042, -44.7%). Significa che sono cambiate anche le modalità del traffico. Meno gommoni, più navi. «La polizia italiana sta dimostrando una notevole preparazione», dice Mantovano. Tra il luglio e il dicembre 2001 sono stati rimpatriati effettivamente 42.087 stranieri clandestini. Ma l´espulsione facile scatena anche proteste: circa 80 curdi di nazionalità turca, che lamentano di essere perseguitati nel loro Paese, e che dal 31 gennaio sono chiusi nel centro di permanenza di Gallipoli, hanno ricevuto ieri il decreto di espulsione. Avevano chiesto l´asilo politico, il Viminale gliel´ha rifiutato, così hanno inscenato una protesta. Ma così sta andando un po´ in tutt´Italia. E le associazioni di volontariato Azad, Cir, Medici senza frontiere e Ics contestano: «Vengono violati i diritti dell´asilo. Si sta preparando la strada alla nuova legge con operazioni di propaganda». E´ scesa in campo anche la Caritas: «Gli immigrati sono persone, non soltanto lavoratori». «Con le modifiche alla legge - sostiene Mantovano - avremo degli strumenti in più. Penso all´allungamento di permanenza nei centri per permettere l´identificazione. Condizioneremo gli aiuti internazionali a un serio impegno contro l´immigrazione clandestina. E poi c´è il coordinamento con la marina militare». Norme che la sinistra rifiuta. «Capisco che la sinistra debba disperatamente trovare argomenti di polemica. E non contesto a nessuno il diritto di abbaiare. Ma se si leggono gli emendamenti non si trovano riferimenti all´uso di cannoni, quanto un utile coordinamento tra marina militare e polizia». Servirà contro le carrette dei mari? «Abbiamo visto che in certi casi la Marina è stata d´incolpevole aiuto ai trafficanti. Succede quando gli equipaggi mollano in alto mare le imbarcazioni e il `´carico´´. Nessuno però ci vieta di trainare le navi, come dicono le convenzioni internazionali, e considerando le condizioni del mare, nel porto più vicino. Penso a Corfù, Patrasso o i porti albanesi». Sull´immigrazione, comunque, da oggi si aprirà uno scontro acceso in Parlamento. Gianfranco Fini ha fatto sapere: «Non c´è alcuna rottura nella maggioranza che si trova, anzi d´accordo. La legge non prevede alcun tipo di sanatoria: permette l´ingresso agli immigrati con un lavoro e facilita le espulsioni dei clandestini». Ma che dentro il governo ci siano punti di vista differenti sull´immigrazione non è un mistero. Tra Lega e Ccd si litiga. Il ministro dell´Agricoltura, Gianni Alemanno, An, ha chiesto di rivedere le quote degli stagionali. Ieri Mantovano è tornato alla carica: «Nel Foggiano occorrono almeno duemila lavoratori stagionali. Tremila in tutta la Puglia. Non sono numeri trascendentali. Io capisco la logica che ha portato a escludere gli stagionali dalle regioni meridionali. Con tanti disoccupati, si dice. Formalmente ineccepibile. Ma bisogna fare i conti con la realtà. Se i nostri giovani non vogliono lavorare in agricoltura bisogna prenderne atto e regolarsi di conseguenza». |
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