ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:  Cronache italiane     Pag. 6  )
Lunedì 19 Agosto 2002




 

Mantovano



 


ROMA

LA situazione nei centri d´accoglienza è un´emergenza assoluta. La legge Bossi-Fini non è la bacchetta magica, ci serve l´aiuto dell´Europa». Per il viceministro dell´Interno Alfredo Mantovano solo gli accordi internazionali possono fronteggiare gli sbarchi in massa sulle coste italiane. «Le carrette del mare- puntualizza- sono un allarme per l´intero continente, non si può pensare che l´Italia faccia tutto da sé».

Nell´ultimo anno è cresciuto il numero di clandestini arrivati in Italia. Perché ?
«Il problema vero sta diventando la Libia. E´ da lì che proviene l´esodo più massiccio di extracomunitari. In dodici mesi nel Canale di Sicilia i trafficanti d´uomini stanno facendo affari d´oro. Pure in Calabria si registra un preoccupante aumento, segno che le rotte siciliane e calabresi stanno prendendo il sopravvento. Gli arrivi di clandestini dalla Libia sono cresciuti di dieci volte. All´origine del boom c´è l´assenza di un´azione di contrasto al fenomeno da parte delle autorità libiche e la vicinanza alle coste di Lampedusa. Vanno potenziati gli accordi di polizia e giudiziari, così come le azioni di sorveglianza. La prevenzione è più che mai la principale misura di contrasto dell´esodo verso l´Italia e dello sfruttamento clandestino dell´immigrazione. Abbiamo inasprito le sanzioni e il trattamento penitenziario di chi organizza i "viaggi della speranza"».

Quali sono i risultati?
«Le intese raggiunte con l´Egitto e l´Albania stanno dando buoni frutti. A fronte di un 6% di arrivi in più, sono cresciute del 35% le espulsioni e di oltre la metà gli arresti degli scafisti».

Le nuove norme hanno provocato polemiche durissime. Basteranno a bloccare gli sbarchi?
«Non esistono ricette miracolose in una materia tanto delicata. E´ impossibile azzerare da soli un´emergenza di simili proporzioni che va affrontata su piani diversi. Molto dipenderà dagli accordi che verranno sottoscritti con i Paesi da cui partono questi disperati. Al Cairo ho appena siglato un´intesa per bloccare le carrette del mare che passano per il canale di Suez. Servono passi concreti non polveroni. Nei mesi scorsi, per esempio, si è molto discusso sulle impronte digitali, eppure è solo una misura tecnica che risponde all´esigenza di identificare gli stranieri dal momento che tra i clandestini è molto ricco il mercato di documenti falsi. La legge Bossi-Fini, inoltre, estende il carcere duro dai mafiosi ai mercanti di uomini».

Cosa deve fare l´Europa?
«Innanzi tutto maturare la consapevolezza che l´immigrazione clandestina non è un problema soltanto dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. La sede propria per discutere la questione è proprio quella europea. A Siviglia si sono fatti dei passi avanti. Adesso che gli sbarchi si intensificano bisogna mettersi attorno ad un tavolo e varare politiche comuni di contrasto».


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