ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su LA STAMPA (Sezione: CRONACHE italiane Pag. 11) |
Lunedì 26 maggio 2003 |
Giacomo Galeazzi I DATI DEL VIMINALE SUL PRIMO QUADRIMESTRE Diminuiscono i clandestini Ottocentomila regolari in più dello scorso anno
ROMA «E’ una scelta molto delicata- spiega Roberto Calderoli segretario nazionale della Lega e vicepresidente del Senato-, venerdì, a poche ore dalle elezioni amministrative, Palazzo Chigi non ha forzato la mano, ma adesso in cima all’agenda del governo c’è la nomina del direttore centrale per l’immigrazione». Dopo un lungo braccio di ferro sulla programmazione dei flussi e la politica di contrasto agli ingressi irregolari, la maggioranza ha trovato l’intesa tra la linea dura (Carroccio, An) e quella «soft» dell’Udc, favorevole ad un’ammorbidimento della Bossi-Fini. Alla guida del neonato ufficio extracomunitari del Dipartimento di pubblica sicurezza andrà un tecnico. Due i candidati: Riccardo Compagnucci, che al ministero dell’Interno si occupa delle procedure per l’emersione del lavoro irregolare, di asilo e rimpatrio, e il prefetto Giuseppe Piscitelli, attuale responsabile delle relazioni sindacali del Viminale. Vincenzo Grimaldi, ex commissario straordinario del governo per l’immigrazione, invece, è appena stato nominato prefetto di Bologna. Al neo-direttore andranno compiti-chiave come la lotta ai clandestini, le espulsioni, la verifica dello status dei rifugiati. La «fumata bianca» avverrà al prossimo consiglio dei ministri. Intanto sulla sanatoria grava la minaccia delle mancate regolarizzazioni. Duecentomila immigrati rischiano di restare esclusi al termine delle procedure di accertamento dei requisiti. L’incognita è rappresentata da quegli stranieri che attendono di essere messi in regola (secondo la legge 189 del 2002) i cui datori di lavoro abbiano commesso irregolarità nel presentare la domanda. Nel mirino, in particolare, le «agenzie» e gli intermediari che hanno ottenuto il pagamento di migliaia di euro da parte dei lavoratori da regolarizzare e hanno fornito informazioni che risultano ora fasulle, inesistenti o non conformi alla legge. Da tali abusi, truffe e raggiri sarebbe stato colpito il 30% dei 700mila lavoratori interessati alle regolarizzazioni. Sono allo studio, quindi, procedure destinate agli immigrati che abbiano i requisiti per essere regolarizzati e che a seguito di indagini, risultino esclusi dalla sanatoria non per loro responsabilità. L’obiettivo è far sì che possano evitare l’espulsione ed ottenere un permesso di soggiorno di sei mesi per la ricerca di un nuovo lavoro e la conseguente uscita dalla clandestinità. Sono numerosi, infatti, i casi, denunciati o perseguiti dal magistrato, di ricorsi ad abusi, truffe, raggiri, minacce di licenziamento (con conseguente espulsione), ricatti di dimezzamento del salario, e situazioni nelle quali si sono imposti a carico del lavoratore, i costi della regolarizzazione e quelli previdenziali che invece spettano ai datori di lavoro. Intanto, secondo il Viminale, nel primo quadrimestre del 2003 cresce il numero degli immigrati regolari presenti in Italia, diminuiscono gli arrivi dei clandestini (33.470 irregolari contro i 49.934 dello stesso periodo del 2002), aumentano le espulsioni (+57%) e gli arresti (12.803 contro 10.182). Oggi gli extracomunitari in regola sfiorano i due milioni e mezzo, cioè 800mila in più rispetto all’anno scorso. Dieci mesi fa, poco prima dell’avvio della regolarizzazione, la stima dei clandestini presenti in Italia si aggirava proprio sulle 800mila unità. Ciò, per il ministero dell’Interno, significa che la sanatoria sta effettivamente prosciugando l’area della clandestinità. In crescita pure la quota di stranieri che trovano un impiego in Italia. Le assunzioni di extracomunitari sono state 660mila, 200mila in più rispetto all’anno scorso. «I contratti regolari- assicura il sottosegretario Alfredo Mantovano- cresceranno ulteriormente quando, entro il dicembre prossimo, sarà completato il disbrigo delle pratiche di regolarizzazione». Segnali in controtendenza, poi, sul fronte degli arrivi dei clandestini e delle espulsioni. Nei primi 4 mesi del 2003, gli stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale sono stati 33mila, a fronte dei 50mila dello stesso periodo del 2002 e dei 45mila del 2001. Di questi ne sono stati effettivamente allontanati 20mila, pari al 58,6% del totale, in aumento rispetto al 2002 (57,5%) e al 2001 (53,4%). Cambiano pure le rotte dei «boat people». Da gennaio ad aprile, appena 20 clandestini sono stati rintracciati in Puglia a seguito degli sbarchi (2.169 nel 2002 e 4.095 nel 2001). Duemila, invece, i neo-irregolari in Sicilia, contro i 4.771 del 2002 e i 751 del 2001; nessuno in Calabria, a fronte dei 1.114 del 2002 e dei 417 del 2001. «Questi dati- commenta Mantovano- confermano la concentrazione della rotta dei clandestini sul Canale di Sicilia, ma al tempo stesso il successo della collaborazione con Paesi come Albania, Turchia ed Egitto. Destano preoccupazione, comunque, le notizie degli arrivi a Lampedusa o a Pantelleria». Infine, giro di vite per la delinquenza d’importazione. Gli stranieri arrestati nei primi quattro mesi del 2003 sono stati 12.803 (10.182 nel 2002). Tra i fattori che hanno inciso maggiormente su questo incremento, proprio l’utilizzo delle impronte digitali che provocò le maggiori contestazioni in Parlamento. «Più volte l’acquisita certezza dell’identità dello straniero- sottolinea Mantovano- fa emergere gli effettivi precedenti penali; spesso ci si trova di fronte a più condanne con differenti generalità relative alla stessa persona che, grazie a documenti falsi, ha potuto fruire indebitamente dei benefici previsti dal codice. Lo strumento delle impronte sta contrastando l’impunità».
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