ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:  Torino cronaca    Pag.   52   )
Venerdì 29 novembre 2002

Marcello Frisone

DOPO LŽINTERPELLANZA DI MERLO E MIMMO LUCÀ

LŽintrusione a «Libera» finisce in Parlamento


 

Il misterioso furto della scorsa settimana nella sede del Gruppo Abele e dellŽassociazione antimafia Libera è approdato in Parlamento. Ieri il governo ha infatti risposto a unŽinterpellanza presentata dai deputati Giorgio Merlo (Margherita) e Mimmo Lucà (Ds) con la quale si chiedevano iniziative per garantire la sicurezza dei volontari impegnati nellŽattività di Libera. «Il furto e lŽintrusione informatica nei computer dellŽassociazione rischiano di seminare inquietudine e mistero - ha detto in aula Merlo - perché seguono le minacce subite nella Locride da alcuni collaboratori dellŽassociazione».

Il sottosegretario allŽInterno Alfredo Mantovano ha però minimizzato lŽepisodio delle minacce ai collaboratori calabresi dellŽassociazione fondata da don Ciotti ed ha illustrato le modalità dello strano furto avvenuto nella sede torinese di corso Trapani. «Sono state aperte due inchieste giudiziarie da parte delle Procure di Roma e Torino - ha spiegato Mantovano- e nei prossimi giorni verrà ascoltato lo stesso don Ciotti». Riguardo alle misure di tutela per difendere lŽassociazione antimafia, il sottosegretario ha assicurato che nelle sedi istituzionali viene riservata grande attenzione alla vicenda e che, se sarà necessario, verranno adottate misure di vigilanza e protezione. Nel suo intervento Lucà ha invece stigmatizzato le critiche a Libera e al Gruppo Abele giunte nelle scorse settimane da parte di esponenti piemontesi di An, in particolare il deputato torinese Agostino Ghiglia.

Nei giorni scorsi Ghiglia ha presentato unŽinterrogazione parlamentare in cui si avanzavano dubbi sul misterioso furto di documenti nella sede torinese di Libera, un blitz avvenuto «proprio mentre An cerca di conoscere come siano stati spesi la moltitudine di miliardi stanziati dallo Stato e dagli altri enti pubblici a favore di Don Ciotti».


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