ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:  Cronache italiane     Pag. 12   )
Venerdì 30 Agosto 2002

Giacomo Galeazzi
IL MINISTRO: E´ L´UNICO MODO PER EVITARE ABUSI E NON CI SARANNO NUOVI DECRETI PER QUEST´ANNO


 

Giro di vite per la sanatoria-immigrati
Maroni: «Solo assunzioni a tempo indeterminato»


 

ROMA Al secondo giorno di distribuzione dei kit per mettere in regola colf e badanti, ancora file negli uffici postali. Per quanto riguarda invece i lavoratori clandestini subordinati potranno essere regolarizzati solo gli immigrati assunti a tempo indeterminato. Il decreto legge atteso per il sei settembre prevede che il datore di lavoro intenzionato a sanare la situazione del dipendente in nero dovrà dargli un´occupazione stabile. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro del Welfare Roberto Maroni. «Per regolarizzare un lavoratore subordinato- afferma- bisognerà offrirgli un contratto a tempo indeterminato. Così si eviteranno gli abusi: basta pensare all´agricoltura, dove è prassi che il lavoro sia a tempo determinato, sulla base di contratti stagionali, legati ai periodi di raccolto. Visti i numeri elevati sulla distribuzione dei moduli,poi, nel 2002 non ci sarà nessun nuovo decreto flussi».

Seconda giornata record per la distribuzione dei kit, dunque. Sono stati 190 mila quelli consegnati ieri, dopo i 280 mila ritirati lunedì. Dunque a due giorni dal via libera alla prima fase della regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari i kit consegnati hanno raggiunto quota 470 mila. Prosegue dunque l´incetta dei moduli da parte di datori di lavoro e immigrati dovuta anche al timore di sbagliare nella compilazione della domanda. Per questo il Viminale raccomanda di dedicare particolare attenzione nella compilazione dei moduli ed eventualmente fare una prima stesura della domanda in brutta copia. Presso gli uffici postali disponibile la busta bianca per colf e badanti che il datore di lavoro deve debitamente compilare. Al modulo è allegato un bollettino di conto corrente postale per il pagamento di un contributo forfettario pari a 290 euro. I termini per la presentazione delle dichiarazioni di legalizzazione del lavoro domestico e di assistenza sono di 2 mesi. Decorrono dal 10 settembre e scadono il 10 novembre 2002. Entro questo termine il datore di lavoro invierà a sue spese (40 euro) con raccomandata il modulo alla prefettura.

Di fronte al massiccio afflusso negli uffici postali di immigrati che richiedono i moduli per la legalizzazione di colf e badanti, Maroni puntualizza che spetta soltanto al datore di lavoro e non allo straniero presentare la domanda di legalizzazione. Soltanto al momento della convocazione in prefettura per la stipula del contratto e per il rilascio del permesso di soggiorno, il datore di lavoro sarà accompagnato dall´extracomunitario. Il ministero del Welfare precisa, inoltre, che specifiche sanzioni di legge sono previste sia nei confronti di chi presenta una falsa dichiarazione di emersione al fine di eludere le disposizioni in materia di immigrazione sia in caso di dichiarazioni mendaci o non veritiere, «nonché in caso di formazione o uso di atti falsi. No a regolarizzazioni truffa, quindi, e, dopo il decreto legge, «tolleranza zero» contro gli irregolari. Via libera, perciò, al rafforzamento del servizio di ispezione sulle aziende e ad un inasprimento dei controlli. I datori di lavoro che non approfitteranno della sanatoria, come prevede la legge Bossi-Fini, rischieranno una multa di cinquemila euro e l´arresto da tre mesi a un anno.

Nessuna possibilità di raggiri, assicura il sottosegretario all´Interno Mantovano. Intanto la sanatoria infiamma il dibattito politico. Per la diessina Livia Turco la previsione di un lavoro a tempo indeterminato per l´immigrato che deve essere regolarizzato dimostra lo stato confusionale e le contraddizioni insanabili in cui si dibatte il governo. Il ministro per le Riforme, Umberto Bossi, ha dichiarato: «Girano delle falsificazioni, stanno manipolando la realtà, la sanatoria non esiste».


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