ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Stampa Venerdì 31 maggio 2002


IL SOTTOSEGRETARIO ALL´INTERNO: GRAN BRETAGNA E GERMANIA STANNO PER ADOTTARE PROVVEDIMENTI SIMILI AL NOSTRO

 

Mantovano: il premier troverà una soluzione politica


 


Roma

DUE giorni in Aula, seduto tra gli scranni del governo, da solo, a difendere la legge Fini-Bossi. Il sottosegretario all´Interno, Alfredo Mantovano, alla fine si dichiara «abbastanza soddisfatto»: «Gran parte degli articoli sono stati approvati. Resta soltanto il nodo dell´articolo 29. Lunedì pomeriggio, l´Aula approverà la legge». E su quello che accadrà oggi in Consiglio dei ministri, anticipa una previsione: «Si troverà soltanto un accordo politico che diventerà, successivamente, una iniziativa legislativa».

L´articolo 29 non è mica un nodo da niente. Si è rischiato la tenuta della maggioranza sull´emendamento Tabacci.
«Lasciamo stare le polemiche politiche. Mi voglio attenere soltanto a quello che è accaduto in Aula. Ebbene, finora, la maggioranza ha votato compatta su qualsiasi emendamento. Naturalmente, l´emendamento Tabacci esiste e su questo si troverà un accordo di maggioranza».

L´articolo 29 ha già sollevato, a suo tempo al Senato, una tempesta di polemiche tra Lega e Udc. Perché continua a essere ancora oggi un nervo scoperto?
«E´ l´articolo che affronta il tema della regolarizzazione della collaborazione familiare e dell´assistenza a persone con handicap. Uso il termine regolarizzazione e non sanatoria perché non si pone un esclusivo riferimento temporale rispetto al quale chi stava prima di quel termine ha titolo per rimanere in Italia. Il riferimento temporale deve accompagnarsi, invece, a un versamento di un trimestre di contributi e a una sottoscrizione di un contratto di lavoro per regolarizzare l´extracomunitario».

Secondo le vostre previsioni, quanti collaboratori e assistenti domestici saranno regolarizzati?
«E´ difficile dirlo. Le stime parlano di settantamila, centomila persone».

Torniamo all´emendamento Tabacci...
«Nel merito non dico nulla. E´ un emendamento che, al momento, non è stato messo all´ordine del giorno dell´Aula».

Tabacci propone di estendere lo stesso meccanismo di regolarizzazione per collaboratori e assistenti domestici a tutti i lavoratori clandestini. Il vicepremier Fini si è fatto garante di una mediazione. Cosa accadrà in Consiglio dei ministri?
«Il vicepresidente del Consiglio ha precisato che l´emendamento Tabacci non rientra nell´accordo della maggioranza».

Cosa accadrà, allora?
«Posso solo fare una previsione. Non credo che uscirà un articolato o addirittura un decreto legge. La mia ipotesi nasce dal fatto che non c´è stata nessuna riunione interministeriale per elaborare un testo da portare in Consiglio. E´ più probabile che palazzo Chigi troverà una soluzione politica al problema, stilerà una sorta di dichiarazione d´intenti salvo poi indicare il suo iter parlamentare».

Lo scoglio dell´articolo 29 riguarda soprattutto la maggioranza. L´opposizione, però, ha contestato la legge nel suo insieme, ha polemizzato violentemente sull´introduzione delle impronte digitali per gli extracomunitari.
«Rispondo ricordando che a palazzo Madama, il senatore della Margherita Cambursano propose lo stesso emendamento e che io, a nome del governo, chiesi di ritirarlo perché non c´era copertura finanziaria. Questa la dice lunga sulla coerenza dell´opposizione, anzi sulla sua strumentalizzazione politica. La nostra legge si muove in piena sintonia con gli orientamenti europei e di Stati all´interno della Ue che stanno per adottare provvedimenti simili al nostro, come la Gran Bretagna e la Germania. Non mi risulta che a Berlino e a Londra ci siano governi di centrodestra».


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