ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:        Pag.  5  )
Lunedì 4 Ottobre 2004

intervista
Giacomo Galeazzi

IL SOTRTOSEGRETARIO ALL'INTERNO: I TRAFFICANTI DI UOMINI STANNO GIOCANDO LA LORO ULTIMA CARTA

 

 «Un centro di accoglienza in ogni regione d' Italia»

Mantovano: «L'accordo con la Libia fermerà gli scafisti è sempre. Ma serve tempo: i risultati definitivi si vedranno entro la primavera»


 

Il governo andrà avanti. Dopo aver cambiato le norme i e prosciuigato l'area dei clandestini con le regolarizzazioni, sull'immigrazioine la "fase due"d della nostra azione prevede il potenziamento della lotta ai flussi irregolari e l'integrazione reale degli extracomunitari, in collaborazione con enti locali, sindacati e associazini di categoria».

Il sottosegratario all'Interno, Alfredo Mantovano sollecita la costyruzione di un Centro di permanenza temporanea in ogni regione, difende il ponte aereo Lampadusa-Tripoli e illustra la strategia dell'esecutivo copntro l'emergenza-sbarchi: «È giusto preocuparsi di governare questo fenomeno, che però non va temuto ma considerato una risorsa per un Paese on costante calo demografico, vanno snellite le procedure amministrative per inglobare nuova forza lavoro, come richiesto a Capri dal presidente di Confindustria, Montezemolo.

Malgrado il giro di vite glil arrivi proseguono senza sosta. Pechè?
«Negli sbarchi degli ultimi giorni oltre alle buone ocndizioni del mare, concorre un fenomemo analogo al periodo pre-amnistia il cui numero complessivo dei reati tende sempre ad aumentare. Dopo la forma dell'accordo con la Libia e a ridosso di una stretta mella lotta all'immigrazine, le organizazioni criminali che controllano le rotte tentano il tutto per far arrivare gli extracomunitari in Italia. Anche con l'Albania, in passato, si stringevano intese e non c'era alcun riflesso operativo, eppure il territorio era molto più circoscritto. Oggi gli accordi funzionano, come le cifre dimostrano. Si tratta, però, di essere realistici ed equilibrati. In maniera affrettata e ignorando i tempi tecnici ci si lamenta che quanto è stato concordato appena alcuni giorni fa non abbi a effetti immediati e totali. I risultati si vedranno entro laprossima primavera. I clandestini che arrivano continueranno a essere espulsi come prevede ora la legge Bossi-Fini e prima la Turco-Napolitano. La loro posizione non è cambiata, semmai è mutato il dato politico perchè adesso le nazioni da cui partono i "boat pople" non oppongono più ostacoli burocratici all'identificazione del luogo di origine dell'immigrato e alla sua riammissioone».

E il ponte aereo?
«La pressione sulle coste del Nord Africa è fortissima e il tragitto viua mare dalla Libia è quello più breve. I mercanti di clandestini si stanno impegnando al massimo prima che gli accordi Italia-Libia diventino operativi. Rispedire a casa in aereo gli irregolari è un metodo che useremo in misura crescente: serve a scoraggiare le partenze dei clandestini diretti in iTalia. Se sanno che vengono rimandati indietro forse non partono. Inoltre è significativo cìhe il ponte aereo con la Libia stia avvendo prima che i ministri dell'Unione europea ratifichino la revoca dell'embargo e vengano forniti a Gheddafi i mezzi per pattugliare le coste. Il lvoro delle nsotre forze dell'ordine è accompagnare i clandestini alla frontiera di partenza (oggi la Libia, ieri l'Albania) poi entra in gioco la sovranità del Paese che rimpatria gli extracomunitari. Presto in Libia saranno in funzione i Centri di accoglienza, ma serve pazienza. Non si può immaginare che il successo ottenuto (ovvero la revoca dell'embargo e il consolidamento di un buon rapporto bilaterale con Tripoli possa tradursi dalla sera alla mattina nel blocco delle partenze. Si sono poste le basi e le premesse per un lavoro che deve continuare nei prossimi mesi e anni».

L'immigrazione è un'opportunità per l'Italia?
«Si, è così in tutto il mondo. La parola chiave non è il contrasto, è l'integrazione. Il governo ha compiuto uno sforzo per arginare la clandestinità e ciò ha consentito di far emergere, attraverso le regolarizzazioni, 650 mila immigrati. Adesso stiamo entrnado nella fase succesiva e cioè quella del funzionamento a pieno regime delle nuove norme. L'emergenza sono gli sbarchi dalla Libia, però ora non esistono più ostacoli formali o sostanziali alla collaborazione internazinale contro il traffico di cladestini. È questo l'unico modo razionale per affrontare la questione dell'immigrazione clandestina proseguendo (assieme ai Paesi di provenienza) un'opera intrapresa da tempo. Intervenire nei Paesi di origine o di transito dei clandestini è la maniera più efficace per prevenire i traffici di persone. Èimpossibile "blindare" il mare. Ci sono le premesse perchè si possa attuare con Tripoli la stessa azione atani clandestini compiuta con Albania, Turchia ed Egitto. I Centri di permanenza temporanea sono un tasssello-chiave del sistema, ne serve uno in ogni regione. Opporsi alla costruzione di nuove strutture equivale a favorire gli ingressi illegali, poi è inutile lamentarsi quando vengono commessi reati dai clandestini».


    

 

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