Mantovano: «Il nostro paese è un crocevia pericoloso»
ROMA - IL sottosegretario all´Interno, Alfredo Mantovano, An, conferma che il Vaticano è oggetto di particolari attenzioni: «Che il Vaticano sia a rischio non è solo una deduzione astratta, ha un suo fondamento».
Prima di spiegare su quale fondamento poggi l´ipotesi che il Vaticano sia un possibile obiettivo dei terroristi di Bin Laden, ritiene che anche l´Italia possa essere un obiettivo in sé?
«Non lo escludo. Intanto perché la posizione geografica l´espone maggiormente rispetto a ciò che arriva dai Balcani e dall´aerea del Mediterraneo. Poi, perché in Italia esistono, secondo l´ottica del terrorismo islamico, obiettivi importanti: il Vaticano, appunto».
Il governo ha indicazioni precise su possibili attentati contro simboli della cristianità? «No, però l´allarme non deriva da una semplice deduzione, è fondata su una scuola di pensiero all´interno del mondo islamico cui fa riferimento Osama bin Laden. Il direttore del Centro studi delle nuove religioni, Massimo Introvigne, ha adoperato, con riferimento a Bin Laden, la categoria del millenarismo rivoluzionario, una corrente ideologica e religiosa che non si limita a speculare ma usa la violenza per sovvertire l´ordine delle cose presenti».
Perché mai il Vaticano dovrebbe essere bersaglio di attentati? «Perché concretamente Al Qaeda traduce e interpreta il Corano in una chiave che del carattere teologico ha ben poco. Per esempio, traduce jihad in "guerra" mentre per un´altra corrente teologica islamica vuol dire "sforzo morale, religioso". Sempre all´interno di questo millenarismo rivoluzionario, è sorta una letteratura popolare, molto diffusa nei paesi islamici, che individua l´Anticristo come il risultato di un complotto di cui sono parte gli Stati Uniti, Israele e il Vaticano. Secondo questa letteratura, l´Anticristo sarà sconfitto dal messia degli ultimi tempi, il quale unificherà i diversi Stati islamici e poi distruggerà i nemici dell´Islam. Ecco perché il rischio di attentati contro il Vaticano non deriva da una semplice deduzione astratta, ha una sua ragione molto concreta».
Nell´ultimo messaggio, però, Osama bin Laden attacca l´Onu. «Certo, e accusa anche quegli Stati islamici che si nascondono dietro al paravento delle Nazioni Unite. Il capo di "Al Qaeda", gli obiettivi da colpire li ha già indicati da tempo: gli Stati Uniti, Israele, il Vaticano...».
Se la preoccupazione principale è la Santa Sede, perché per quattro giorni le autostrade sono state controllate, alla ricerca di un tir kamikaze? «Perché sono state ritenute attendibili le indicazioni ricevute e, dunque, sono state adottate le contromisure conseguenti. Senza indebolire il sistema di prevenzione e controllo degli obiettivi ritenuti sensibili, e nei confronti dei quali la vigilanza è fissa, è stata adottata una difesa dinamica: non potendo occupare militarmente il territorio, si orienta la prevenzione raccordando i dati che trasmettono i Servizi segreti con l´intervento delle forze di polizia».
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