ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione: Economia    Pag.  18 )
Domenica 4 Agosto 2002

Luigi Grassia



IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO: PROBABILE L´ENTRATA IN VIGORE DELLA DISPOSIZIONE NEI PRIMI GIORNI DI SETTEMBRE INSIEME CON LA FINI-BOSSI

Immigrati in regola per 800 euro
Il governo: «Entro un anno obbligatorie le impronte»


 

Il governo fa trapelare indicazioni più precise, fino al costo in euro (ce ne vorranno 800) sulle procedure per regolarizzare i lavoratori immigrati, e diluisce un po´ i tempi per rilevare le impronte digitali, cioè cambia qualcosa nell´applicazione della Fini-Bossi che più aveva suscitato polemiche. Le tracce dei polpastrelli dei cittadini extracomunitari saranno prese non immediatamente, come si era inteso finora, ma «entro un anno dalla data di rilascio del permesso di soggiorno o, in ogni caso, al rinnovo dello stesso». Lo ha detto il sottosegretario gli Interni Alfredo Mantovano. Dall´opposizione Livia Turco, co-autrice (con Napolitano) del provvedimento quadro che le nuove norme cancellano, ha così commentato: «Il governo Berlusconi si vergogna della legge sull'immigrazione che ha approvato». Mentre per Mantovano è solo una questione tecnica.

Il sottosegretario ha fatto sapere che in base al decreto che sta mettendo a punto, costerà 700 euro, più altri 100 di spese, regolarizzare i lavoratori extracomunitari subordinati (fanno eccezione le cosiddette «badanti», che pagheranno 290 euro più 40). La cifra corrisponde al costo forfettario per tre mesi di contributi. «È una spesa equa - ha affermato Mantovano - e un requisito di serietà per quella che, voglio sottolineare, non è una sanatoria ma lo strumento, sollecitato dagli imprenditori, per far emergere le sacche di lavoro nero». Il governo valuta che il decreto di regolarizzazione venga varato contemporaneamente all´entrata in vigore della Fini-Bossi, secondo quanto desideravano in particolare gli alleati centristi dell´Udc. «Il presidente Ciampi - ha detto Mantovano - firmerà la legge entro l'11 agosto. Quindi si farà in tempo a pubblicarla legge sulla Gazzetta ufficiale perché sia operativa dal 9 settembre».

Si pone ora il problema di evitare l´intasamento degli uffici in vista della regolarizzazione di massa. Non si può sapere quanti extracomunitari (e quanti imprenditori) ne approfitteranno, ma si può immaginare che siano moltissimi, visto che con la Fini-Bossi le sanzioni si faranno assai più severe: l'extracomunitario non in regola sarà espulso mentre per il datore di lavoro ci sarà l'arresto da tre mesi a un anno e 5 mila euro di multa per ogni straniero irregolare. Per evitare le file davanti alle prefetture o alle questure, come è accaduto per le precedenti sanatorie, il provvedimento per la prima volta affida la gestione delle pratiche per la regolarizzazione nei 14 mila uffici postali sparsi su tutto il territorio. Sono in preparazione kit completi con la documentazione a lettura ottica da compilare e i bollettini per i versamenti. Le Poste trasferiranno i dati via computer alle prefetture, che verificheranno se ci sono motivi di sicurezza che impediscono il rilascio del permesso di soggiorno all´extracomunitario. L´atto conclusivo sarà una convocazione del lavoratore e del datore di lavoro in prefettura, di fronte a rappresentanti dell'ufficio del Lavoro, del ministero dell'Economia e dell'Inps, per sottoscrivere il contratto di regolarizzazione.

Le questure rischiano però di dover rilevare in tempi brevi quantità enormi di impronte; per evitarlo, il governo ha deciso di dilatare a un anno i tempi del rilevamento. «Non è un modo per cancellare il principio - ha spiegato ancora Mantovano - ma la possibilità di applicare realmente questa norma della legge. Comunque non sarà possibile per il lavoratore extracomunitario rinnovare il permesso di soggiorno senza aver fornito le proprie impronte».

Caustico il commento di Livia Turco (ds): «Il governo Berlusconi si vergogna della legge sull'immigrazione che ha approvato e procrastina la rilevazione delle impronte perché si è accorto che sarebbe necessaria un'organizzazione dispendiosa, con personale e risorse che forse non ha. Invece di continuare a vergognarsi mettendo toppe - ha concluso la Turco - sarebbe meglio ripensare la norma sulle impronte». Notizia curiosa dalla Gran Bretagna: tre bambini di 12 anni correvano in una strada della cittadina di Ashington, quando uno zelante poliziotto ha pensato che le pistole di plastica, con cui stavano giocando, potevano essere usate per rapinare qualche vecchietta. Sono stati quindi portati al commissariato, dove hanno dovuto farsi rilevare le impronte digitali. È frutto del pugno di ferro contro la criminalità giovanile, voluto non da un governo di destra ma da quello laburista di Tony Blair.


vedi i precedenti interventi