ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETA DEL SUD | 13 aprile 2002 |
Luigina Pileggi
Contro i “trafficanti di uomini”
LAMEZIA TERME – «La nuova legge sull'immigrazione darà alle Forze dell'ordine strumenti più efficaci per fronteggiare l'immigrazione clandestina, ma occorre contestualmente rafforzare la cooperazione internazionale ai fini preventivi»: lo ha affermato il sottosegretario agli Interni con delega alla sicurezza Alfredo Mantovano dopo avere incontrato i vertici delle Forze dell'ordine di Lamezia Terme e prima di partecipare al convegno sulla sicurezza organizzato dal Comune. In Calabria, gli sbarchi continui di immigrati che raggiungono il Paese via mare è ormai una vera e propria emergenza: basti pensare che, con lo sbarco dei giorni scorsi a Soverato, il numero dei clandestini giunti in Calabria dall'inizio dell'anno è salito a 1.089. Sbarchi che si ripetono con impressionante regolarità nonostante i controlli in mare delle unità navali delle Forze dell'ordine e della Marina militare. I traghettatori della speranza, infatti, riescono sempre, in un modo o nell'altro, a portare a termine la loro missione: condurre disperati sulle coste calabresi. D'altronde, il fenomeno dell'immigrazione clandestina è straordinariamente mutevole, capace di adattare rotte e metodologie di sbarco a seconda delle esigenze ed in funzione dei controlli disposti nel Paese d'arrivo. E spesso ci mette lo zampino la criminalità organizzata locale. Per fa fronte a questa vera e propria emergenza il Governo, ha spiegato Mantovano, fa affidamento «sull'approvazione in tempi rapidi del disegno di legge che è già passato al Senato e del quale è iniziato l'esame alla Commissione affari costituzionali della Camera». Uno strumento indispensabile ma che, comunque, come ha precisato il sottosegretario all'Interno, «non sarà ovviamente la bacchetta magica risolutiva di tutti i problemi, ma porterà contributi positivi alla soluzione dei problemi legati allo sfruttamento criminale della clandestinità». Mantovano ha sottolineato che, per quanto riguarda l'ingresso dei clandestini nel territorio nazionale, il riaccompagnamento nel Paese di origine sarà «una misura prioritaria se non esclusiva» e che vi sarà «un trattamento penitenziario più duro rispetto a quello attuale per i trafficanti di uomini». Oltre alle rettifiche normative «non può non esserci l'attivazione o l'intensificazione della collaborazione sul piano internazionale, aspetto che il presidente del Consiglio ha già avviato con una serie di iniziative importanti in questa direzione. Le carrette del mare che sbarcano sulle coste calabresi nel momento in cui si avvicinano alla nostre acque territoriali possono essere esclusivamente soccorse». Il problema per il sottosegretario «non è l'arrivo ma la partenza dai Paesi del Mediterraneo Orientale, cui bisogna dire chiaramente che l'Italia smetterà di esportare aiuti e di ricevere in cambio illegalità e clandestinità. Nel disegno di legge sull'immigrazione si condiziona la cooperazione con questi Paesi al rispetto da parte loro degli accordi di riammissione, di polizia e giudiziari. Noi siamo disponibili ovviamente a rafforzare questa cooperazione e a dare tutti gli strumenti necessari, ma la collaborazione deve esserci». Sui continui sbarchi in Calabria divampa la polemica su tutti i fronti: nel mirino la vigilanza delle coste. «Il continuo flusso di navi carretta con il loro carico di clandestini richiede una maggiore presenza nel Mediterraneo di navi della Marina». A sostenerlo è il Libero sindacato di polizia, secondo cui proprio la Marina militare «va potenziata e messa, anche dal punto di vista giuridico, nelle condizioni di agire con efficacia contro questo fenomeno». «Il Mediterraneo – spiega il Lisipo – per la sua estensione è difficilmente controllabile ed è proprio per questo che è necessaria una stretta collaborazione fra tutti i settori che operano per contrastare l'immigrazione clandestina».
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