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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD (Sezione: Pag. ) |
Giovedì 14 ottobre 2004 |
Barbara Biancotti 111 euro lordi in busta paga
Sicurezza, chiuso il contratto Cgil Cisl e Uil non firmano
ROMA – Si chiude la vertenza sul rinnovo del contratto dei corpi di polizia e delle forze armate: poliziotti, agenti della polizia penitenziaria e del corpo forestale, carabinieri e militari, troveranno 111 euro lordi in più al mese nella busta paga. Probabilmente già a partire dal prossimo mese. L'accordo, valido per il biennio 2004/05 e che riguarda circa 450 mila dipendenti, è stato firmato oggi al ministero della Funzione Pubblica dal governo e dalla maggioranza dei sindacati dei corpi di polizia e delle forze armate, ma non dai sindacati confederali che l'hanno definito «offensivo per la dignità dei lavoratori» ed hanno già annunciato battaglia per il rinnovo del contratto di tutto il pubblico impiego. Per il governo, oltre al ministro della Funzione Pubblica Luigi Mazzella, erano presenti il vicepremier Fini e i sottosegretari Mantovano, Cicu, Santelli e Vegas. L'accordo, ha detto Fini, «conferma, compatibilmente con le disponibilità finanziarie, che il governo è particolarmente sensibile al tema della sicurezza». Stesse parole da Mazzella: «L'intesa dimostra che mettersi attorno ad un tavolo per discutere i problemi paga». Soddisfazione anche da parte di Cicu. «Siamo riusciti – ha commentato – a dare ai militari italiani un ulteriore segnale di attenzione e riconoscimento per il loro impegno in Italia e all'estero». Soddisfatti anche la maggioranza dei sindacati di polizia, anche se quasi tutti definiscono l'accordo a mala pena sufficiente e invitano il governo a mantenere gli impegni presi e ribaditi ieri da Fini. «È un fatto importante – ha detto il segretario del Sap, Filippo Saltamartini – ora si passi al riordino delle carriere, si razionalizzi il comparto sicurezza e si istituisca la Commissione interni». Per l'Usp, invece, il contratto è «molto insoddisfacente» ma è stato firmato «per lanciare un ultimo avviso al governo affinché mantenga le promesse fatte», mentre il Sappe lo definisce «soddisfacente» e il Siap «sottotono» rispetto alle aspettative e «sufficiente soltanto alla luce del quadro economico generale ed internazionale». Quanto all'Ugl, l'intesa «permette il recupero del potere d'acquisto degli stipendi dei lavoratori» e per il Consap si tratta del «miglior contratto possibile». Diametralmente opposto il giudizio di Cgil, Cisl e Uil. «È il peggior accordo degli ultimi dieci anni – ha sostenuto il segretario del Silp, Claudio Giardullo – un contratto profondamente offensivo che si chiude con 400 milioni in meno rispetto al biennio appena scaduto e che penalizza ancora una volta le fasce più basse». L'accordo «offende la dignità degli operatori», ha aggiunto la Uil chiedendosi «dove sono gli aumenti promessi dal governo in campagna elettorale quando tutti gridavano allo scandalo sugli stipendi delle forze dell'ordine». Più “soft” la posizione della Cisl che si limita a definire «fumoso» l'impegno assunto dal governo. I sindacati confederali ora annunciano battaglia sul rinnovo del contratto del pubblico impiego, ribadendo la richiesta di aumento dell'8 per cento. Richiesta che il governo ha già detto che non soddisferà. «Quello di oggi è un buon viatico per aprire il confronto sul problema del rinnovo del contratto del pubblico impiego - ha avvertito Fini - ma la richiesta dell'8 per cento è immotivata». «Sia per le condizioni di bilancio – ha aggiunto Mazzella – sia perché oggettivamente la riteniamo eccessiva».
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