ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD | Venerdì 17 maggio 2002 |
Andrea Cangini
Ciampi: «L'Europa non è l'America, la capacità d'accoglienza è limitata» ROMA – Il presidente Ciampi non aveva ancora parlato, Bossi aveva appena lasciato il Transatlantico (alla sua destra Tremonti, Frattini alla sinistra) e nel cortile di Montecitorio Gianfranco Fini aveva appena finito di rassicurare il ministro leghista Maroni: «La legge sull'immigrazione non subirà cambiamenti», gli ha detto. E al cronista ribadisce: «Al massimo, sarà modificata una virgola». Una virgola, dunque. Solo l'esigenza di modificare «una virgola» obbligherà la maggioranza a far tornare la legge Bossi-Fini al Senato per un nuovo voto. E comunque, assicura il leader di An (in perfetta armonia con Berlusconi): «Della proposta di sanatoria per le colf avanzata dal centrista Tabacci non vi sarà traccia». Così parlava Fini quando delle parole pronunciate da Ciampi in Marocco ancora non era giunta l'eco. E dopo averne appreso il merito, era ancora più convinto: «Un discorso eccellente», è stato il suo commento. In effetti, a Rabat il capo dello Stato nel parlare di immigrazione ha usato concetti cari alla destra. Ovvero: «L'emigrazione dal Sud al Nord del mondo non può risolvere il problema della povertà di chi rimane nel proprio Paese» e, «a differenza dei grandi Paesi oltreoceanici, l'Italia è l'Europa hanno una limitata capacità di accoglimento». Il problema del «riequilibrio delle condizioni di vita» sul pianeta, ha dunque aggiunto Ciampi, «va affrontato attraverso lo sviluppo economico e sociale in loco». È quel che Fini va dicendo sin dai tempi del Msi. Tabacci, dunque, ha perso la battaglia, ma solo fino a un certo punto. La sua proposta di sanatoria per le colf, infatti, è in linea con le richieste di mano d'opera avanzate da un po' tutte le organizzazioni degli imprenditori. E il governo ha deciso di cedere. Ma (poiché siamo a pochi giorni dalle elezioni amministrative) lo farà in un secondo tempo e con una legge che nulla avrà a che vedere con la Bossi-Fini. Toccherà dunque ai ministri Maroni e Tremonti mettere a punto un dispositivo che favorirà l'emersione degli stranieri irregolari impegnati nell'industria. Sarà una sanatoria, ma, come ha spiegato il ministro centrista Carlo Giovanardi, verrà inquadrata nell'ambito della lotta al lavoro nero. «A me sta bene – ha detto Bossi – di Tremonti e Maroni mi fido». Non si fida affatto, invece, dei centristi dell'Udc, che per lui restano «vecchi arnesi democristiani». «Il governo è solido, ma c'è qualche democristiano di troppo – attaccava ieri – e con loro occorre mettere le mutande di ghisa». Che è un modo padano per dire che non c'è da fidarsi. Quanto alle colf, la morale leghista è ispirata alla tradizione: «L'idea della serva – ha spiegato Bossi – non è fondata perché significa abituare i figli ad essere serviti. Io ho tanti figli (4, da 2 donne diverse, ndr ) e ciascuno di loro fa un pezzetto del lavoro domestico». Il sottosegretario di An Alfredo Mantovano ascolta e ride: «Allora sono bossiano anch'io: a Lecce ho tre figli e nessuna colf». Nella Cdl, insomma, a parte la comprensibile irritazione dei centristi (Follini: «Bossi si sciacqui la bocca quando parla della Dc»), il clima s'è rasserenato. Anche perché ieri sera è stato deciso di votare le pregiudiziali di costituzionalità e i pareri sull'articolo 1 della legge sull'immigrazione, cosa che consentirà di dire agli elettori del 26 maggio che il giro di vite contro i clandestini è cosa (quasi) fatta. A masticare amaro restano solo Verdi e Prc, che accusano Ds e Margherita di aver ceduto alle richieste della maggioranza sul voto di ieri. «È ora di finirla con l'Ulivo a due velocità», urlava in serata un inferocito Pecoraro Scanio.
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