ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD
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giovedì 19 maggio 2005

Guiduccio Baldi

Fini sempre più nella tempesta dopo il sì annunciato su tre dei quattro referendum

 

 Procreazione, Fiori si autosospende da An

 


 

ROMA – Acque ancora agitate nella destra, dopo il sì annunciato dal leader Gianfranco Fini su tre dei quattro referendum in materia di fecondazione assistita. Il partito è su una linea diversa (astensione o addirittura no). Tanto è vero che martedì l'ufficio di presidenza - che ha comunque confermato la libertà di coscienza sul referendum - ha dovuto ribadire la validità e l'attualità delle Tesi di Fiuggi e sottolineare la piena legittimità dell'impegno per l'astensione. Ma Publio Fiori, uno dei padri fondatori di Alleanza Nazionale, è sul piede di guerra e ieri si è autosospeso dal partito, ritenendo «insufficiente e contraddittorio ribadire che le tesi di Fiuggi sono attuali e valide, se poi ognuno può fare come vuole, Fini in testa». Fiori contesta la legittimità della linea assunta dall'ufficio di presidenza, del quale egli stesso fa parte ma che a suo giudizio non è un organo statutario titolato a pronunciarsi. «È solo un'invenzione di Fini, che ci ha messo le persone di cui si fida...». Il vicepresidente della Camera chiede perciò la convocazione della Assemblea nazionale, come fa anche Teodoro Buontempo. Quest'ultimo contesta il «sistema oligarchico» che rende An «prigioniera» e, in assenza della convocazione ufficiale della Assemblea, invita con una lettera tutti i parlamentari di An ad «autoconvocarsi».

Ma l'altro ieri, durante l'ufficio di presidenza, la possibilità di convocare il parlamentino di An sarebbe stata scartata proprio per evitare, come riferisce uno dei partecipanti «che in quella sede Fini venga messo in minoranza». Gaetano Rebecchini ha già detto addio alla Consulta etico-religiosa del partito. Domenico Fisichella, Gustavo Selva, Alfredo Mantovano, Luigi Ramponi, Pietro Armani non seguono invece Fiori nella scelta di uscire (sebbene pro tempore) dal partito.

Ma in questi giorni si sono spesso consultati e hanno fatto sentire in modo forte il loro dissenso, anche in diversi colloqui con lo stesso Fini. Gustavo Selva, che tornerà a parlare con il leader di An nelle prossime ore, a sua volta sostiene che «non si possono smentire nei fatti le tesi di Fiuggi, limitandosi a riconfermarle in modo generico e vago». «Se si vuole essere coerenti con quei documenti - aggiunge il presidente della commissione Esteri della Camera - l'astensione o il no sul referendum sono l'unica possibilità ammessa.

Ma certamente quelle tesi non contemplano il sì». Fiori è assai più netto. «Alleanza Nazionale non è un club, dove ognuno può pensarla come vuole - afferma il vicepresidente della Camera - è un partito che ha messo nella sua costituzione determinati valori e deve dare indicazioni di voto che tutelino quei valori. Non può pronunciarsi per la libertà di coscienza...».

Le Tesi costituenti redatte a Fiuggi nel 1995, insomma, fanno litigare An. Ieri ne è stata ribadita la attualità e la validità e forse serve rileggerne i passaggi relativi al diritto alla vita. «Va combattuta quella cultura della morte che, come diceva Giovanni Paolo II, pervade oggi la civiltà occidentale...», vi si legge. «...Questa cultura ha cominciato ad affermarsi nel tempo in cui è stata legalizzata la pratica abortiva e ora sta per raggiungere nuovi, agghiaccianti traguardi con l'eutanasia, la manipolazione genetica e la clonazione degli embrioni umani...». E ancora: «...Per quello poi che riguarda la manipolazione genetica, va posto fine alla “deregulation” in materia di esperimenti genetici...». «...Questo delicatissimo settore ha bisogno di una legislazione che ponga regole certe e fissi il divieto di utilizzare gli embrioni umani per esperimenti». «...Va insomma combattuta quell'idea della modernizzazione senza regole e senza valori che rischia di far precipitare la nostra società in una nuova forma di barbarie, una barbarie, naturalmente, in camice bianco e asettico, ma pur sempre barbarie...». Infine: «...La cultura della vita è peraltro essenziale nel nostro Paese, non solo in virtù della sua tradizione cattolica...».»...Promuovere dunque i Valori che appartengono alla cultura cristiana. E questo, naturalmente, non in una prospettiva confessionale, ma nella consapevolezza che si tratta di valori umani e naturali...».


    

 

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