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Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL SUD (Sezione: ) |
Giovedì 20 Novembre 2003 |
Gaetano Basilici OVUNQUE CORDOGLIO E PARTECIPAZIONE
L'ultimo addio ai caduti
ROMA – Dopo quelli di Stato nella basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, ieri gli eroi morti a Nassirija hanno avuto funerali privati nei rispettivi luoghi di origine. Funerali privati per modo di dire, perché ovunque il concorso di popolo è stato massiccio, e lacrime e preghiere si sono di nuovo mischiate in un corale addio. Proprio ieri, durante la consegna del premio dedicato a Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli, il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha ricordato i nostri caduti in Iraq sottolineando che «le istituzioni hanno un obbligo ineludibile: mantenere viva la memoria di tutti coloro che hanno ispirato il proprio cammino terreno al rispetto dell'uomo e della sua centralità e diffonderne l'esempio tra la società civile». I funerali privati, dicevamo. Un simbolico abbraccio ha unito ieri pomeriggio tutto il Piemonte – da Novara a Nizza Monferrato, a Rivalta Torinese – per l'ultimo saluto tributato al tenente Massimo Ficuciello, al maresciallo Giovanni Cavallaro e all'appuntato Andrea Filippa da migliaia di persone che prima sono sfilate nelle camere ardenti allestite nelle tre cittadine, poi hanno affollato le chiese per il rito funebre. In Liguria, nella basilica di San Giovanni Battista a Finale Ligure in cui si era sposato tre anni fa, sono stati celebrati i funerali del maresciallo dei carabinieri Daniele Ghione. Oltre duemila persone, molte delle quali sono dovute rimanere sul sagrato della chiesa, hanno partecipato commosse alle esequie. Attorno alla bara, avvolta nel tricolore, anche tre carabinieri savonesi che il giorno della strage erano a Nassirija con Ghione: i marescialli Gaetano Vultaggio e Giorgio Cucca, e il brigadiereRocco Bozzo. A Pergola, nelle Marche, l'intera cittadinanza si è riversata nel Duomo per rendere l'ultimo omaggio a Marco Beci, funzionario della cooperazione. Tra la folla in lacrine, anche il giovane eritreo Goitom che con Beci era arrivato in Italia dall'Africa.
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