ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD
(Sezione:    Pag.     )
Mercoledì 26 Febbraio 2003

Silvia Mastrantonio

 

Prime denunce in Procura.
La sfida di Casarini: «Anche noi abbiamo pronto il piano B»





ROMA – Itinerari alternativi e segreti, trasporti su Tir ma soprattutto pugno di ferro contro i disobbedienti che ostacolano il normale traffico ferroviario. Il Viminale prepara i suoi piani alternativi ma il ministro dell'Interno Pisanu ribadisce: per garantire la sicurezza dei convogli militari il governo «metterà in atto tutte le misure preventive possibili e, quando è necessario, ricorrerà alla giusta forza repressiva dello Stato». «Ci sono stati comportamenti illegali – ha aggiunto il responsabile dell'Interno – e li abbiamo puntualmente denunciati (una segnalazione per blocco ferroviario è già sul tavolo della procura di Firenze, ndr ) evitando che avessero conseguenze negative sulla sicurezza e sull'ordine pubblico» ma, laddove sarà necessario, lo Stato interverrà in difesa della legalità.Il messaggio è chiaro ed inequivocabile, tanto da far ritenere ad alcuni esponenti dell'opposizione che si tratti di un avvertimento «preventivo» paragonabile all'azione militare che Bush intende portare avanti contro Saddam e che è all'origine delle proteste.

Ma al Viminale puntualizzano: obiettivo primario resta quello di preservare il diritto alla libera manifestazione. Ma non saranno tollerate forme di illegalità. E il blocco dei treni, l'interruzione di pubblico servizio – sottolineano al ministero – sono azioni illegali, previste dal codice penale. Un allarme per la sicurezza è stato lanciato anche dal ministro Lunardi.Il basso profilo, il sottrarsi al muro contro muro che ha contraddistinto la politica di Pisanu sull'ordine pubblico potrebbe quindi cambiare direzione. Ma, sicuramente, come estrema ratio – ripetono gli addetti ai lavori – laddove non sia possibile altrimenti garantire le opportune tutele. E per raggiungere questo risultato si sta pensando a viaggi notturni, spostamenti di carichi su Tir, percorsi ferroviari alternativi. Ad esempio si potrebbero utilizzare le tratte secondarie, magari impegnando i convogli in percorsi più lunghi e tortuosi meno utilizzati dal traffico passeggeri. E per evitare «sorprese» ci sarebbero disposizioni precise perché gli itinerari dei treni che trasportano materiale bellico o comunque ritenuto a rischio, siano comunicati ai ferrovieri solo all'ultimo momento.

Anche Marco Minniti dei Ds, si è chiesto infatti «come è possibile che siano diventate di dominio pubblico informazioni sulla portata, l'ampiezza e i percorsi di questi treni. Si tratta di indicazioni che non erano in possesso neanche del Parlamento». Quindi qualcuno ha parlato. Ecco perché, ora, serve la massima discrezione per portare al termine il piano alternativo che, secondo il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano «c'è ma non va pubblicizzato».Ma se il Viminale ha un progetto, i disobbedienti sono pronti a fronteggiarlo. Questa la risposta di Luca Casarini (nella foto piccola in alto) a Mantovano. «Anche noi abbiamo il nostro piano B – ha detto il leader dei no global – e siamo già molto avanti con la preparazione». Casarini ha fatto riferimento esplicitamente ai gruppi di disobbedienti sloveni e croati che potrebbero intercettare i convogli fatti transitare attraverso l'ex Jugoslavia fino alla Turchia. Lo stesso Casarini ha replicato alle critiche di D'Alema che aveva detto di ritenere sbagliate e da evitare le forme di lotta che creano problemi ai cittadini: «Non perda tempo a parlare di noi».

E mentre ritardi e momenti di tensione si sono avuti alla stazione di Dolo, dove è stato evitato un faccia tra lo stesso Casarini ed il ministro Lunardi, ci sono i ferrovieri di Livorno che dichiarano di non volere guidare i treni con le armi e i portuali di Genova pronti allo sciopero per impedire l'eventuale movimento di navi. Intanto una minaccia arriva dall'Iman di Carmagnola, centro della provincia di Torino: «Se l'Italia parteciperà ad azioni in Irak con propri uomini o si alleerà con gli Stati Uniti nell'intervento militare, ci potrebbero essere conseguenze per lei».


 

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