ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL SUD
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Domenica 29 giugno 2003

Lucio Tamburini

LEGGE BOSSI-FINI Soddisfatto il Senatùr: «Piano piano, le cose si stanno muovendo»

Immigrati, sì ai regolamenti

Polemiche dall'opposizione sull'invio dei soldati in Libia;


ROMA – Quattro regolamenti per attuare la legge Bossi-Fini, dopo il «decreto antisbarchi» varato la settimana scorsa contro l'immigrazione clandestina che viene dal mare. Il governo approva così i nuovi provvedimenti, su proposta congiunta Fini-Bossi-Pisanu e il ministro per le Riforme commenta soddisfatto: «Le cose si stanno muovendo – dice Umberto Bossi – Piano, piano vanno». E il suo capo di gabinetto gliene attribuisce tutto il merito. «Ha fatto bene ad alzare la voce – afferma Francesco Speroni – altrimenti questi decreti restavano nel cassetto». Riguardano «la funzionalità degli uffici delegati», spiega il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano e saranno ora inviati al Consiglio di Stato, per il parere, e anche alla Conferenza unificata.

Quello che razionalizza l'impiego della telematica nella comunicazione tra le pubbliche ammnistrazioni in materia di immigrazione, poi, dovrà passare anche al vaglio del Garante sulla privacy. Gli altri adeguano il regolamento generale della legge sull'immigrazione alla riforma; regolano le procedure in materia di diritto d'asilo e il funzionamento delle nuove commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato e di quella nazionale per gli «asilanti» (aspiranti all'asilo); disciplinano i rapporti tra il comitato di coordinamento e di monitoraggio presso palazzo Chigi e il gruppo tecnico di lavoro del ministero dell'Interno. «Avanziamo una fermissima richiesta – entra subito in campo l'ex ministro diessino Livia Turco – che questi regolamenti siano sottoposti all'esame del Parlamento».

L'opposizione, dunque, non molla la presa. E apre anche una dura polemica sulle dichiarazioni di Berlusconi, secondo le quali stiamo accordandoci con i libici per mandare i nostri soldati a casa loro, per aiutarli a combattere l'immigrazione clandestina che parte da quelle coste. Così, mentre il presidente Ciampi esorta a «rafforzare l'impegno per la pace e la convivenza tra i popoli, fondato sulle radici comuni delle diverse civiltà – come scrive alle Comunità ebraiche italiane – nel segno dei diritti dell'uomo, di fronte alle minacce di nuovi razzismi», la politica continua ad azzuffarsi. Rutelli attacca: «Annunciare una collaborazione militare con un Paese sottoposto a embargo internazionale, che non può comprare una jeep per la propria polizia – commenta – è un'iniziativa che dimostra, come al solito, improvvisazione».

Secca la replica dell'azzurro Schifani («Bel coraggio: sei tu il professionista dell'improvvisazione politica»), mentre i comunisti insistono («Una vicenda preoccupante e grottesca», dice Diliberto), e la Margherita difende Rutelli. Ma come stanno le cose? I Libici smentiscono. «Non consentiremo una presenza militare italiana sul nostro territorio – dichiara il ministro degli Esteri Abdulraham Shalgham– La prossima settimana discuteremo con il ministro Pisanu, che verrà a Tripoli, l'accordo di cooperazione: se l'immigrazione clandestina per l'Italia rappresenta un problema, per noi è una catastrofe». Frattini sottolinea che l'Italia ha ottenuto che una missione «tecnica» europea vada in Libia e da Bruxelles confermano. «Vogliamo portarla a termine – dichiara il portavoce della Commissione Ue, Diego de Ojeda – e speriamo di farlo entro l'estate».

Ma vediamo nel dettaglio i quattro regolamenti approvati ieri: Nuove norme su diritto asilo . Dal '90 alla fine di aprile 2003 ci sono state in Italia 122.094 richieste di asilo politico, 10.743 delle quali riconosciute, 99.614 respinte e 8.928 in attesa di definizione. Al primo posto nella classifica dei richiedenti, secondo quanto ha riferito il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ci sono cittadini che arrivano dai Paesi dell'ex Jugoslavia, seguiti nell'ordine da Irak, Albania e Turchia. Dal 1 gennaio ad oggi la commissione centrale ha esaminato 1.280 richieste di asilo di cittadini turchi di etnia curda, ed ha riconosciuto lo status di rifugiato a 98 richiedenti. Mantovano ha sottolineato che «l' Italia è fortemente impegnata ad assicurare il riconoscimento dei diritti inviolabili di chi fugge da scenari di persecuzione e guerra». Per questo uno dei decreti attuativi della Bossi-Fini prevede nuove norme per rendere più veloce l'esame delle domande. La commissione centrale con sede al Viminale si è già frammentata sul territorio per accelerare le pratiche. Il decreto prevede che si arrivi a sette commissioni territoriali coordinate da quella centrale e che siano istituiti centri ad hoc per l'identificazione di chi fa richiesta di asilo politico.

Sportello unico in prefettura . Tutte le pratiche amministrative che riguardano gli immigrati in Italia faranno capo ad un unico ufficio istituito presso le prefetture. In questo modo le procedure dell'Inps, del ministero del Lavoro, di quello della Salute e della Giustizia faranno capo allo sportello unico facilitando oltre che il lavoro degli uffici pubblici anche immigrati e datori di lavoro.

Programmazione e gestione dell'immigrazione . Sarà affidata a due strutture diverse ma coordinate istituite rispettivamente: presso la Presidenza del Consiglio e al Viminale. Il loro compito sarà quello di gestire i flussi migratori e programmare le politiche del settore. Dal comitato istituito a Palazzo Chigi uscirà, ad esempio, il decreto flussi che ogni anno stabilisce gli ingressi per lavoro e stagionali degli immigrati e le quote dedicate ai Paesi che collaborano con l'Italia nel contrasto all'immigrazione clandestina. La struttura del Viminale funzionerà da supporto tecnico a quella della Presidenza del Consiglio. Rete informativa nazionale . Il patrimonio informativo delle varie amministrazioni (Regioni, province, ministero del Lavoro, delle Finanze, ecc.) sarà collegato in rete per convogliare il flusso dei dati sugli immigrati allo scopo di facilitare il lavoro degli uffici pubblici. L'importanza della massima integrazione e tempestività nella diffusione delle informazioni è sottolineata anche nel decreto antisbarchi.


    

 

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