ALFREDO MANTOVANO

DEPUTATO AL PARLAMENTO ITALIANO

 


Camunicato del 8 luglio 1999 ore 12


 

MANTOVANO (AN): (Vicenda Surbo)

mi dimetto da deputato se qualcuno dimostrerà che ho detto il falso

 

Sulla vicenda Surbo saremmo alla farsa, se non si trattasse di qualcosa di molto serio. Il centrosinistra non riesce a mettersi d’accordo neanche su ciò che costituisce il presupposto di fatto delle proposte che ho avanzato. Cirio dice di essere stato assolto da tutto. Ria sostiene che Cirio è stato assolto da 7 reati su 8, e cita in proposito la sentenza della quale io stesso sono stato estensore. Pellegrino precisa che effettivamente Cirio è stato condannato a un anno di reclusione per abuso, ma aggiunge che tutto sommato è una cosa da niente,perché l’abuso è stato depenalizzato. L’unico a non contestare i dati che ho fornito – gliene do atto – è Maritati.

Poiché non ho inventato questa storia, e poiché è in gioco, oltre alla difesa dalla mafia del territorio salentino, pure l’onestà intellettuale di chi finora è intervenuto sul punto, sfido tutti coloro che ho nominato, e chiunque altro si appresta ad aggiungere falsità, a dimostrare con documenti la fondatezza di quanto sostengono. Se ci riusciranno, ne trarrò delle immediate conseguenze, sul piano personale. Per essere più chiaro: se Cirio dimostrerà che l’ultimo giudice che si è occupato di lui lo ha assolto da tutto con formula piena, se Ria dimostrerà che il tribunale del quale io facevo parte ha assolto Cirio da 7 reati su 8, se Pellegrino chiarirà quando e come il Parlamento ha depenalizzato l’abuso d’ufficio, mi dimetterò da deputato.

Sfido i giornalisti leccesi di buona volontà ad accertare direttamente la realtà dei fatti e a non fermarsi ai comunicati stampa, leggendo i documenti che sono alla portata di tutti: il decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Surbo, la relazione del ministro dell’Interno e tutte le sentenze che hanno affrontato il caso, fino all’ultima, della Corte di appello di Lecce del 7-5-99. Se la lettura degli atti confermerà la mia ricostruzione della vicenda, chi – fra i soggetti che ho prima citato – risulterà pubblicamente aver detto il falso dovrà scegliere se perdere la poltrona o perdere la faccia.

 

Roma, 8-7-99

 

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