ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL TEMPO (Sezione:  Politica Pag. ) |
Domenica 9 giugno 2002 |
di STEFANO VESPA
IL PRESIDENTE della Camera interviene nella nuova polemica tra Lega ...
e Udc sulla legge sull’immigrazione invitando ad evitare di farne speculazioni da campagna elettorale. Pier Ferdinando Casini, parlando a Madrid dove partecipa alla riunione dei presidenti dei Parlamenti dell’Ue, invita a non guardare al problema «con le lenti di un ideologismo perverso che non ha aderenza alla realtà». Il riferimento evidente è al Carroccio. Secondo Casini «bisogna coniugare l’umanità nell’accoglienza per chi lavora onestamente e l’inflessibile rigidità verso l’illegalità». Sono «due facce della stessa medaglia e i due concetti vanno di pari passo». Il presidente della Camera sottolinea che la visione dei Parlamenti europei è netta: «Siamo in una società multirazziale e da questa società non si torna indietro», mentre fare delle speculazioni «buttandosi gli uni contro gli altri» sarebbe «una grande prova di provincialismo». Casini, che si dice pronto a mettere le proprie impronte digitali sulla carta d’identità, era a Madrid con il presidente del Senato, Marcello Pera, che ha difeso la legge sull’immigrazione approvata dalla Camera: «Non è razzista — dice in un'intervista a "El Mundo" — le polemiche sono state eccessive. L’Europa non può aprire le frontiere in modo indiscriminato». Nell’incontro avuto da Pera con il premier spagnolo, Josè Maria Aznar, i due Paesi hanno confermato una posizione comune in materia (come del resto era stato fatto pochi giorni fa a Roma tra Aznar e Berlusconi) e il premier spagnolo ha confermato che, nella veste di presidente di turno dell’Ue, al vertice di Siviglia porterà una posizione sull’immigrazione molto simile a quella italiana, convinto che sarà accolta. Misure rigorose contro i clandestini e impronte per tutti sono i due cardini. «Un problema, quello delle impronte, drammatizzato oltre misura — dice Pera — non c’è nessun elemento di discriminazione né di criminalizzazione» e, riguardo alla regolarizzazione degli extracomunitari in nero essa «dev’essere rigorosa», nonostante i desiderata di Confindustria. Il presidente degli industriali, Antonio D’Amato, dice sì alle impronte, ma per tutti i cittadini, e invoca diritti per chi entra uniti a controlli severi per i clandestini. D’Amato (intervenuto al convegno dei Giovani industriali a Santa Margherita Ligure) approfitta del tema per chiedere al governo maggiori investimenti nel welfare perché i problemi di un’Italia che invecchia e ha sempre più problemi demografici non si risolvono con l’immigrazione «quasi fosse un viagra sociale che ci fa sentire giovani». Stessa posizione di Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, per il quale l’immigrazione «non risolve i problemi pensionistici né raddrizza le curve demografiche». Il contributo degli immigrati, dunque, «è significativo ma non decisivo». Il ministro, con un po’ di ironia, ha rilevato che gli immigrati hanno in media oltre trent’anni e non sono prolifici perché hanno difficoltà di integrazione o di ricongiungimento delle famiglie. Dal punto di vista pensionistico hanno un difetto: vogliono giustamente anche loro le pensioni». Per D’Amato, invece, occorre dare prospettive ai giovani: «Riprendere a fare figli significa dare fiducia nel futuro, non è solo aprendosi all’immigrazione che si torna ad essere giovani». A Santa Margherita Ligure c’era anche l’ex ministro diessino Livia Turco che ha nuovamente bocciato la legge che a suo avviso aumenta la clandestinità. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, invece, ha sottolineato lo sforzo che sarà necessario «sforzarsi a prevenire atteggiamenti xenofobi che finora in Italia non si sono verificati».
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