ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL TEMPO (Sezione: Pag. ) |
Lunedì 13 Gennaio 2003 |
di STEFANO VESPA Processi troppo lunghi, settore civile in affanno. Domani i risultati della commissione Nordio La Cassazione fotografa la giustizia malata
UN ANNO fa il procuratore generale della Cassazione, Francesco Favara, inaugurando l’anno giudiziario 2002 lanciò un forte appello a mettere da parte le polemiche e gli scontri sulla giustizia a favore di un generale senso delle istituzioni. L’anno trascorso dimostra che non fu ascoltato: le polemiche feroci tra magistratura e politica e all’interno del Parlamento si sono ripetute raggiungendo l’acme durante il dibattito sul legittimo sospetto, la cosiddetta legge Cirami. Stamattina alle 11 lo stesso Favara aprirà la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario leggendo la sua relazione con i dati che fotografano lo stato della giustizia in Italia ed emergerà di nuovo una situazione di affanno, in particolare per la lunghezza dei processi e per il grande carico che grava sul settore civile (quattro milioni di procedimenti). A ciò si aggiunge l’aumento dei ricorsi in Cassazione (il 23 per cento per il civile, il 4 per cento per il penale). Una situazione che va affrontata con metodi radicali. Il 2003, ripete il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, sarà l’anno delle riforme. Dopo quella sul diritto societario, appena varata dal Consiglio dei ministri, grande attenzione (e probabili nuove polemiche) avrà la riforma dell’ordinamento giudiziario, già al Senato. In febbraio toccherà poi alla riforma del Codice di procedura civile. Sono in arrivo, inoltre, i risultati del lavoro della commissione Nordio che saranno presentati domani e che tra l’altro comporterà alcune depenalizzazioni. Il mondo della magistratura resta in fibrillazione. Le polemiche probabilmente esploderanno sabato prossimo, 18 gennaio, quando ci saranno le cerimonie di inaugurazione nelle 26 Corti d’appello. Castelli sarà a Milano con il vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni. Tra l’altro sarà la «prima volta» di Gian Carlo Caselli come procuratore generale di Torino. L’Anm ha annunciato da tempo una protesta, invitando i magistrati a presentarsi con una copia della Costituzione per rivendicare quanto previsto sull’autonomia e l’indipendenza delle toghe. Oggi in Cassazione, invece, non ci saranno proteste per rispetto alla solennità della cerimonia, salvo la presenza in tutti i distretti di un manifesto con due vignette di Alfredo Chiappori sull’autonomia della magistratura, mentre il 18 ce ne sarà un’altra sull’efficienza. Una strategia più prudente del passato, «un livello di comunicazione più paludato e più diretto», dice il presidente dell’Anm, Edmondo Bruti Liberati. I motivi di contrasto restano i soliti. I magistrati lamentano carenze di organici e strutture non all’altezza, accusando il governo di non metterli in condizione di lavorare al meglio, l’esecutivo replica accusandoli a sua volta di essere inefficienti. Castelli è stato più volte duro in proposito e come lui anche il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (magistrato). Senza parlare poi del progetto di separazione delle carriere che la Casa delle libertà ha l’intenzione di portare a termine, visto come il fumo negli occhi dai magistrati. Dalle parole di Favara oggi si troveranno nuovi elementi di analisi e di discussione.
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