ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:     Pag.     )
Venerdì 15 novembre 2002

di SARINA BIRAGHI

Sulla «certezza della pena» si spacca An
Donna Assunta Almirante: «Sono una donna libera e sono favorevole alla clemenza»
Fini è «contro ogni perdonismo». Mantovano: «Dopo quelle parole un piano d’investimenti nelle carceri»


 

«UN segno di clemenza verso i carcerati mediante uan riduzione della pena costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità». Arriva l’atteso passaggio del messaggio papale e nell’Aula di Montecitorio scroscia un fragoroso applauso. Resta freddo, senza battere le mani, il vicepremier Gianfranco Fini che, sostenitore della certezza della pena, puntualizza che sulle parole del Pontefice tutti devono meditare, ma nessuno dovrebbe «tirarlo per la giacca». Sulle stesse posizioni il capogruppo dei senatori di An, Domenico Nania convinto che «non ci sono nella società le condizioni per la concessione della grazia o dell'indulto a chicchessia». Ma qualche dubbio tra gli esponenti del partito non manca. Già nei giorni scorsi, aveva ribadito la sua posizione il ministro Matteoli: «Spesso mi sono trovato in minoranza nel partito. Ma concordo con il Papa sulla riduzione della pena». Anche per Edmondo Cirielli, componente della commissione giustizia, «sarebbe giusto accogliere l’invito ma il sovraffollamento delle carceri non si risolve con l’indulto ma con una nuova strategia politica».

Il ministro Gianni Alemanno, apprezzando il discorso, ritiene che il messaggio «non può essere ignorato» mentre il collega di partito e governo, Maurizio Gasparri, sostiene che quelle parole «peseranno quando saremo chiamati a prendere decisioni». Ma una doccia fredda arriva dal sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano: «Il seguito coerente alle parole del Papa sul sovraffollamento delle carceri è di varare un piano straordinario di investimento nel settore penitenziario, dall' edilizia al personale».

Ancora emozionata, confessa di aver pianto per la vista e le parole del Papa, donna Assunta Almirante è «contro: «Io sono favorevole all’indulto. Penso che ormai è passato tamto tempo e tanta gente innocente, che ha subito accuse e scontato pene, ha il diritto di essere rivalutata. Siccome non è possibile rifare da capo i processi, l’unico modo è questo».

Si vuoterebbero le carceri? «Le carceri superaffollate sono anche pericolose, ma purtroppo i processi sono lunghi e la gente innocente non può marcire nelle carceri. La magistratura lavora, ma una revisione non si può fare, allora si rischia di far godere chi è in peccato su chi sconta pene per colpe che non ha commesso».

È anche un gesto di umanità? «Certo, di umanità verso povera gente che non ha fatto niente o stupidaggini che portano all’arresto, poi passano i tre mesi, scadono i termini, si va agli arresti domiciliari...e anche per tanta gente che ha pagato anticipatamente e quindi si trova in sospeso avendo però già scontato la pena».

Se venisse concessa la grazia a Sofri, andrebbe estesa, secondo lei, anche a Mambro e Fioravanti? «Sono d’accordo. Se hanno scontato tanto per ciò che hanno commesso e confessato, Mambro e Fioravanti nella strage di Bologna non c’erano, come risulta dalle testimonianze, e non è giusto che scontino un altro ergastolo».

Non teme di avere una posizione non in linea con il partito e con Fini? «Io sono una donna libera, di pensiero e di azione. Anche quando c’era mio marito, Giorgio Almirante, io avevo diversità di modi e poi alla fine ci trovavamo uniti. Questa è democrazia autentica: rispettare ognuno la volontà di un altro, io la penso così. Posso sbagliare, ma la mia posizione è questa».

È stata una giornata storica? «Una giornata straordinaria di commozione straordinaria. Ringrazio il presidente Casini che mi ha consentito di entrare in Aula. Il Papa è un uomo che suscita un’emozione straordinaria. Prego Iddio che lo lasci vivere perché per il mondo è necessario».


vedi i precedenti interventi