ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL TEMPO (Sezione: Pag. ) |
Giovedì 17 Febbraio 2005 |
«Servizi inadeguati contro le tossicodipendenze»
LA RETE dei servizi di assistenza ai tossicodipendenti va rimodulata: lo ha detto il direttore del Dipartimento nazionale per le politiche antidroga, Roberto Carlesi, intervenendo al convegno «Strategie nazionali e internazionali nella lotta alla droga». Carlesi ha fatto riferimento al problema della cosiddetta doppia diagnosi, quando cioè in una persona che fa abuso di sostanze stupefacenti esistono già disturbi psico-patologici. È un fenomeno, ha detto, in costante aumento, soprattutto fra i giovani e gli adolescenti. Per queste persone esistono pochissime strutture adeguate alla cura, e c'è un «rimpallo tra i servizi psichiatrici e i Sert - ha spiegato - per cui alla fine non vengono curati da nessuno». Carlesi ha sottolineato quanto sia cambiato il fenomeno delle tossicodipendenze in questi anni: non esiste più soltanto il problema eroina, che si è stabilizzato, ma ora la novità in crescita è il fenomeno del poli-abuso, soprattutto in soggetti molto giovani, che assumono sostanze euforizzanti, derivati della cannabis e alcool nel fine settimana. I servizi, sia pubblici che privati, non sempre sono pronti a questo tipo di assistenza e di emergenza». In riferimento alla posizione di molte comunità accoglienza, che hanno ribadito la loro contrarietà alla legge Fini sulle tossicodipendenze, Carlesi ha affermato che «possiamo discutere ma non deve essere un momento di scontro ideologico altrimenti fallirebbero i presupposti della conferenza». Per il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, è «indispensabile» superare «inesistenti distinzioni fra droghe cosiddette pesanti e leggere, nella consapevolezza che «un atteggiamento responsabile nei confronti del problema non può limitarsi ad una pilatesca riduzione del danno». Mantovano ha fatto l'esempio dell'infortunistica stradale: «Nessuno dubita - ha spiegato - che non basta potenziare le unità di pronto soccorso degli ospedali, ma che è invece necessario stabilire limiti e divieti, senza che ciò sia ritenuta una lesione dei diritti di libertà dei singoli, e si debba infine sviluppare un'adeguata azione di sensibilizzazione e formazione negli strati più giovani della popolazione». Il sottosegretario ha quindi fornito un bilancio dell'azione di contrasto svolta in Italia nel 2004 dalle forze di polizia: 17.287 operazioni, 24.145 chilogrammi di stupefacenti sequestrati, più di 28 mila persone denunciate all'autorità giudiziaria. Raffrontando i dati con quelli dell'anno precedente, si evidenzia una flessione dei sequestri (-45,5%), da riferire quasi esclusivamente alla minore quantità di cannabis e suoi derivati a causa del «maggiore controllo sulle rotte dei traffici, che ha costretto la criminalità a individuare percorsi alternativi». Aumentano, invece, i sequestri di anfetaminici (+50%), il che «indica una preoccupante svolta nella tipologia del consumo». Mantovano ha spiegato che oltre il 40% dell'eroina sequestrata nel nostro Paese risulta gestito da organizzazioni criminali albanesi e il 50% proviene dall'Albania, ma non è prodotto in quel Paese, bensì in Afghanistan. «Purtroppo - ha aggiunto - anche per il 2005 vi sono ragioni per temere che questo paese costituirà il territorio a maggior produzione di eroina, per l'accentuato incremento delle coltivazioni di oppio e per l'accertata costituzione, in quel Paese, di un rilevante numero di laboratori clandestini». Il traffico di cocaina, invece, proviene quasi totalmente dalla Colombia ed è gestito prevalentemente dalla criminalità organizzata calabrese. L'hashish è gestito soprattutto da cittadini marocchini e giunge in Europa dal Marocco attraverso la Spagna.
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