Voto per l’atto di clemenza entro gennaio
L’apertura del ministro Castelli agevola l’iter del provvedimento. La Lega potrebbe essere disponibile
Il presidente della Commissione Giustizia, Pecorella, ottimista sui tempi di discussione della proposta Buemi-Pisapia
PALAZZOLO
IL PRESIDENTE della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati Gaetano Pecorella evita di creare illusioni sull'indulto, ma pensa che entro la fine di gennaio il testo della proposta di legge Buemi-Pisapia arriverà in aula per l'esame ed il voto.
On. Pecorella, sull'indulto è intervenuto anche il ministro di Grazie e Giustizia Castelli chiedendo al Parlamento di votare in tempio rapidi. Come valuta queste dichiarazioni e teme che si possano generare illusioni tra i detenuti?
«Stiamo esaminando la proposta di legge di sospensione della pena (Buemi-Pisapia, nda) che è molto misurata e restrittiva. Quindi non si devono creare illusioni ed aspettative per un provvedimento che non può essere varato in 24 ore. La legge ha dei limiti e deve passare ancora attraverso la votazione dell'aula alla Camera e al Senato. L'apertura del ministro è giusta e Castelli ha fatto bene ad evitare il conflitto con la Camera dei deputati su questo argomento. La posizione del ministro agevola la strada del provvedimento».
Quali sono i tempi che vi date dopo l'impegno preso dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini?
«Per quello che riguarda la Commissione Giustizia, se i gruppi si trovano d'accordo su alcuni punti di principio sulla legge Buemi-Pisapia, potremmo terminare il lavoro in seconda Commissione prima di Natale».
Secondo lei che cosa farà la Lega dopo i segnali di scarsa disponibilità che sono giunti dal Capogruppo alla Camera Cè che ha criticato Casini e dall'europarlamentare Speroni, il quale ha paragonato l'indulto ai condoni della Finanziaria?
«Credo che sia necessario vedere le modifiche che si stanno apportando al testo in Commissione. La Lega stessa ha presentato una proposta di legge che chiede di sostituire la detenzione con forme di lavoro socialmente utili. Mi pare che la Lega non sia ancorata all'idea del carcere a tutti i costi. Anche la Lega potrebbe cambiare il suo atteggiamento di "non ostruzionismo" dopo che il ministro ha preso posizione».
Il sottosegretario agli Interni Mantovano dice che «si fa male a parlare d'indulto» e sottolinea che l'effetto di decongestionamento sulle carceri dura un periodo breve: circa un anno e poi tutto torna come prima. È d'accordo?
«Credo che Mantovano porti un dato di esperienza storica. È accaduto così in passato fino a quando l'indulto è stato votato dai due rami del Parlamento. Proprio per questo, stiamo pensando ad una serie di provvedimenti che possano rendere la detenzione come l'estrema ratio. La proposta che ho presentato insieme agli onorevoli Ghedini e Bondi prevede una forma di messa alla prova per i reati minori; l'allargamento del patteggiamento. Questo provvedimento consentirà di mantenere il carcere per i soggetti più pericolosi. Anche per i reati d'opinione ci stiamo orientando verso sanzioni diverse da quelle del carcere. Teniamo conto delle indicazioni di Mantovano, ma stiamo pensando anche ad altri aspetti della vita carceraria».
La discussione sulle modifiche all'articolo 79 della Costituzione si è fermata?
«È in corso il confronto. Ci sono posizioni contrarie da parte di molti gruppi. Non credo che allo stato attuale ci sia una maggioranza per chiedere la modifica costituzionale per ridurre il quorum richiesto per amnistia ed indulto. Ci sono delle proposte di cambiamento del testo della legge costituzionale fatte dallo stesso Boato».
Crede che la Camera esaminerà la pdl in aula entro la fine di gennaio?
«Penso di sì. Se il presidente Casini vuole mettere questo punto all'ordine del giorno entro il primo mese dell'anno, la Commissione giustizia si impegnerà per terminare il suo lavoro entro quella data».