ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL TEMPO (Sezione: LAZIO SUD Pag. ) |
domenica 18 dicembre 2005 |
Attesa per l’arrivo domani in Teatro del sottosegretario Alfredo Mantovano
LATINA — 73 anni. Spesi bene, a giudicare dall’intenso cammino compiuto. Ed anche dallo scintillìo di quella medaglia che domattina il sottosegretario al Ministero degli Interni Alfredo Mantovano appunterà sul Gonfalone della città. Già perché in un territorio olim palus di appena settantatre anni, formatosi con il lavoro ed il sacrificio spesso estremo di gente venuta da ogni parte d’Italia ed ancora oggi crogiuolo di svariate etnie, proprio quella medaglia, finalmente riconosciutaci dal presidente della Repubblica Ciampi, diventa oggi un segno distintivo per tutti. Ed elemento unificante della storia. Il punto d’incontro fra culture ed origini diverse. Un riconoscimento per tutti. Alle undici di questa mattina, da Piazza del Popolo, si muoverà il consueto corteo diretto al Monumento al Bonificatore di Piazza del Quadrato. E’ un momento semplice, rituale solo nella scansione dei tempi, fortemente sentito. Da sempre. Attorno alla statua che simboleggia la fatica e l’abnegazione di due bonificatori intenti a scavare nella palude melmosa (il Monumento ai Caduti della Bonifica, realizzato a cura del Genio Civile, su progetto di A. Presutti - 1951-53), si raduneranno compre sempre i protagonisti di quell’epopea, gli anziani di Latina, i loro diretti discendenti. Coloro per i quali insomma la storia è ancora cronaca, il passato è ancora ricordo. E’ questo, in fondo, a fare di Latina un esempio unico in Italia. Ed è ancora questo a fare di quella medaglia d’argento al valor civile a lungo sognata e rincorsa, un autentico evento per tutti. Lo testimonia l’entusiasmo con il quale la notizia è stata accolta anche oltre gli ambienti istituzionali. La commozione che ha suscitato fra le associazioni pionieristiche presenti in città. In quella medaglia è il riscatto di tanti, la riconciliazione con la nostra storia, il riconoscimento della nobiltà delle nostre radici. Un omaggio alla memoria ma dunque anche al presente. I «vecchi» dei nostri borghi, aspettano ancora il martedì per andare al mercato a Littoria; si danno appuntamento «all’ex granaio» (oggi sede della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università La Sapienza); si incontrano alla fermata del pullman della Casa del Contadino (oggi Grattacielo Pennacchi) per raggiungere insieme il «villaggio» (Latina scalo). Anche nell’uso della terminologia appare evidente la vicinanza di un passato che obiettivamente è dietro l’angolo. E che stoltamente si è pensato nel dopoguerra di rinnegare anche attraverso l’abbattimento di simboli che appartengono alla memoria collettiva e che non ci resta che custodire gelosamente nelle pagine di qualche libro di storia destinato ad ingiallire nel tempo.
|
vedi i precedenti interventi |