ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
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domenica 18 luglio 2004

 


TRA SBARCHI ED ESPULSIONI

 

 Cap Anamur, respinta la richiesta di asilo


 

LA Commissione per i rifugiati del ministero dell'Interno ieri ha respinto le richieste d'asilo presentate dai 37 immigrati giunti in Italia sulla nave Cap Anamur. Per 22 di loro il ministero sta valutando la possibilità di concedere la cosiddetta protezione umanitaria, mentre per gli altri 14 immigrati mancano invece i presupposti per farli rimanere in Italia e sono in attesa di espulsione. Sulla vicenda, la portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati politici, Laura Boldrini, ha già chiesto un incontro ufficiale al Viminale per approfondire l'intera vicenda.

Allo stesso tempo gli avvocati Fabio Baglioni e Simona Sinopoli insieme ai parlamentari Paolo Cento e Francesco Martone dei Verdi, Antonello Falomi dei Ds e Stefano Galieni del dipartimento immigrazione del Prc sono andati nel centro di Ponte Galeria per far firmare la delega di rappresentanza legale agli immigrati e poter così presentare il ricorso. La situazione quindi dovrebbe rimanere congelata fino a domani. E Verdi, Ds e Prc chiedono che lo stesso giorno vengano liberati visto il vuoto legislativo determinatosi in materia, dopo il pronunciamento della Consulta. Intanto il comandante della nave Stephan Schmidt, l'armatore Elias Bierdel e il primo ufficiale russo, scarcerati ieri pomeriggio dopo quasi una settimana dall'arresto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, dopo aver lasciato l’altra notte Porto Empedocle sono ripartiti in macchina per la Germania.

Per quanto riguarda la modifica della legge Bossi-Fini, dopo la sentenza della Consulta, il segretario di An e il ministro Castelli hanno smentito che durante il Consiglio dei ministri ci sia stato uno scontro. «Tutti i presenti hanno convenuto sull'opportunità di rinviare l'approvazione del decreto correttivo della legge Bossi-Fini, esclusivamente per motivi legati al calendario dei lavori parlamentari», hanno sottolineato Fini e Castelli. E «ciò consentirà, tra l'altro, di valutare in modo approfondito i termini del decreto, di cui ieri è stata discussa una prima bozza». «Il dibattito — si legge ancora nella dichiarazione congiunta — ha evidenziato alcune diversità di vedute, su argomenti che tra l'altro non riguardano i punti affrontati dalla sentenza della Corte Costituzionale, che ovviamente rientrano nella normale dialettica politica». Di sicuro però non sono state distensive le dichiarazioni rilasciate ieri dal leghista Roberto calderoli nei confronti del ministro degli interni Pisanu. «Le responsabilità del terribile e pericoloso vuoto venutosi a creare nella legge sull'immigrazione sono ascrivibili a due soggetti.

La Corte costituzionale che, andando contro la sicurezza del Paese, richiama l'articolo 13 della Costituzione, articolo che rientra nella parte I della carta titolata "Diritti e doveri dei cittadini" che viene allegramente applicato anche agli stranieri che cittadini non lo sono». E, prosegue Calderoli, «il ministro Pisanu: all'inizio dell'anno ho partecipato a un tavolo tecnico con il sottosegretario Mantovano e i funzionari ministeriali che produsse il testo di un decreto legge che avrebbe superato le eccezioni della Consilta che ci erano state preannunciate. Nonostante i rischi derivanti da un pronunciamento di incostituzionalità, il ministro ha pensato bene di chiuderlo in un cassetto e di non portarlo al Consiglio dei ministri e solo ieri il ministro ha ritenuto necessario chiudere la stalla e male quando i buoi erano già scappati».».


    

 

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