ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su TEMPO Venerdì 22 febbraio 2002

D. T.

Il voto finale al Senato della legge sull’immigrazione slitta a martedì per l’ostruzionismo messo in atto dalla sinistra

 

La Marina potrà bloccare le navi dei «negrieri»

Vivaci scambi di battute in aula. Il sottosegretario Bosi: «Saranno rispettati i principi umanitari»


 

RIMANDATO a martedì prossimo il voto del Senato sul disegno di legge del governo sull’immigrazione. Lo slittamento si è reso necessario perché l’ostruzionismo messo in atto dall’opposizione ha provocato l’allungamento dei tempi. Invece la maggioranza avrebbe voluto «chiudere» il ddl già ieri sera. Il relatore del provvedimento Gabriele Boscetto (FI), ha dichiarato che lo slittamento non avrà alcuna conseguenza sul voto finale. L’atmosfera in aula ieri si è surriscaldata ancor più del giorno precedente, con vivacissime contestazioni da parte delle sinistre che si sono scagliate soprattutto contro l’impiego della Marina Militare per contrastare il traffico dei clandestini, e non meno vivaci repliche dal centrodestra. Le navi militari, prevede il testo approvato, potranno essere usate per fermare, ispezionare e sequestrare le navi dei clandestini conducendole in un porto italiano. Le modalità di intervento, che cambieranno se questo sarà in acque territoriali o internazionali, ha spiegato il sottosegretario alla Difesa Francesco Bosi (CCd-Cdu) «dovranno essere definite con un apposito decreto interministeriale, concordato fra tutti i ministeri interessati e coerente con le norme del diritto internazionale, tutelando i principi umanitari e l’obbligo della salvaguardia della vita umana in mare».

Durissimo il senatore Massimo Brutti(Ds) il quale ha detto che usare naviglio militare per fermare «navi o imbarcazioni coinvolte nel trasporto di migranti» e «rimandarle indietro» rappresenta «un’azione lesiva del diritto d’asilo, costituzionalmente garantito». Poi ha sostenuto che le manovre che in mare le nostre unità dovranno fare saranno rischiose e metteranno a repentaglio i clandestini, ha evocato la possibilità di tragedie del mare che, a suo avviso, in questo modo il Governo sembra addirittura voler provocare. All’ultima parte di questo intervento ha seccamente replicato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, ricordando che il Venerdì Santo del 1997 (quando una unità della Marina Militare disgraziatamente speronò un peschereccio con la conseguente morte di circa 80 clandestini) al governo non c’era il Centrodestra. Questa frase ha suscitato altissime grida di protesta da parte dell’opposizione e Brutti, che all’epoca era sottosegretario alla Difesa, protestando l’assenza di volontà politica rispetto a quello sciagurato episodio, ha insistito dicendo che «voi state introducendo un sistema che renderà molto probabile il ripetersi di quegli incidenti».

Secondo il capogruppo dei Verdi Stefano Boco, l’uso delle navi militari per bloccare le imbarcazioni dei clandestini costringerà a chiedere «l’intervento dell’Onu» perché «si stanno introducendo norme assolutamente discriminatorie, xenofobe, che entrano in contrasto con le convenzioni internazionali». Ha poi annunciato «una battaglia nel paese e in Europa per cancellare questo provvedimento» e anche una possibile «campagna referendaria per l’abolizione di questa legge».

Boco è stato contestato dal senatore Emiddio Novi (FI) il quale ha detto che con un suo emendamento l’esponente dei Verdi proponeva di ridurre da 15 a 10 anni la pena prevista per i trafficanti di clandestini con buona pace di una più dura lotta contro chi sfrutta i deboli e gli sventurati, lotta che invece dovrebbe essere cara alla sinistra.

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