ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL TEMPO (Sezione: Pag. ) |
Lunedì 23 giugno 2003 |
D. T.
Il Carroccio vuole la testa del ministro Pisanu
LEGA all’attacco del ministro dell’Interno. L’occasione offerta dall’emergenza immigrati consente al partito di Bossi di alleggerire l’attacco che gli alleati portano alla gestione Tremonti dell’economia, e il vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie della Lega, Roberto Calderoli, chiede la testa del ministro dell’Interno Pisanu reo di non aver respinto gli clandestini «con le buone o con le cattive». La tensione nella maggioranza è alta, con la Lega isolata. Però, un provvidenziale incidente offre una tregua allo scontro: Bossi, nei pressi di Lodi, ieri si è slogato una caviglia. L’articolazione si è gonfiata, occorre riposo. Quindi non si svolge oggi il consiglio federale del Carroccio per discutere dell’attività del governo e dal quale tutti prevedevano un trauma politico. Resta il fatto che la Lega spara a zero. Inutile un dibattito alla Camera, dice Calderoli: di immigrazione abbiamo già parlato quando abbiamo fatto la legge Bossi-Fini. Invece, «ora ci vogliono i fatti, cioè applicare fino in fondo una legge che prevede l’ingresso di un extracomunitario solo in possesso di un contratto di lavoro, l’espulsione degli irregolari presenti e il respingimento, con le buone o le cattive, di coloro che cercano di entrare irregolarmente nel Paese». «Vista la scarsa disponibilità mostrata fino ad oggi dal ministro competente ad applicare alla lettera la legge Bossi-Fini - conclude Calderoli - non resta altro da fare che sostituire il ministro o nominare un commissario con ampi poteri che faccia tutto quello che il ministro non ha avuto il coraggio di fare». La posizione della Lega non è però condivisa dagli altri partiti della Cdl che, anzi, ricevono positivi apprezzamenti da Fassino e Rutelli che difendono la linea seguiota da Pisani. L’Ulivo, peraltro, ha chiesto il dibattito parlamentare sull’argomento a Montecitorio. Su questa eventualità, rifiutata dalla Lega, si deciderà domani. Mentre il leader dell’Udc Follini ribadisce che Bossi non può contare più dei voti che ha e che «di fronte alle intemperanze leghiste, Tobia avrebbe perso la pazienza già da un pezzo», il capogruppo del partito a Montecitorio, Volonté, dà quasi per scontato che si farà il dibattito: ognuno, dice, «porterà le proprie ragioni e si prenderà le proprie responsabilità davanti al paese». Sul tasto del dibattito preme anche il portavoce di FI Bondi: «È necessario far cessare le polemiche estemporanee o diventa francamente impossibile evitare un confronto parlamentare». In An, si sottolinea che la legge Bossi-Fini non è fallita ma che si sta appena cominciando ad attuarla. A rilevarloèil ministro Gasparri il quale sottolinea tuttavia che, se la situazione divenisse veramente drammatica esi passasse a una massiccia invasione, allora servirebbero interventi anche a livello europeo. Il sottosegretario all’Interno Mantovano, dal canto suo, dice che siccome l’immigrazione non si può arrestare ma si può governare, allora si può anche pensare a rivedere le quote di immigrazione. Sull’argomento è tornato anche il presidente del senato Pera: «L’atteggiamento del ministro Pisanu è un atteggiamento responsabile: il ministro dell’Interno deve essere realistico e pragmatico», ha detto, e ha rilevato che nella vicenda i partiti cercano maggiore visibilità «soprattutto durante la verifica ed in seguito al risultato non positivo delle elezioni amministrative».
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