ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:     Pag.     )
Martedì 26 novembre 2002

RI. Mar.

IL SOlTOSEGRETARIO

Mantovano "Nessun finanziamento ai Paesi coinvolti"


 

LONDRA La lotta lungo le rotte preferite dalla criminalità organizzata fa registrare un altro importante passo in avanti. Dopo l'appuntamento di Lecce, del 13 novembre, i ministri dell'Interno dei Paesi deIl'Unione Europea, si sono ritrovati ieri a Londra per mettere a punto le nuove strategie d'intervento. Una guerra che il nostro Paese ha combattuto in prima fila soprattuttto nel Canale d'Otranto, un'esperienza che oggi si sta rivelando preziosa per definire alcune misure. Per questo motivo, l'intervento alla Conferenza del Sottosegretario Alfredo Mantovano ha ricevuto molte attenzioni.

Mantovano, la Gran Bretagna, una delle mete più ambite dagli Immigrati, è costretta a fare i conti con organizzazioni criminali, che sfruttano I traffici del clandestini. E si chiede all'ItaIIa come Intervenire.
"Vero. I traffici di esseri umani ci hanno dimostrato quanto sia stato facile nascondere altre insidie. Siamo avanti in questa lotta, anche questa è un'altra verità. Siamo avanti tanto nell'azione di Governo, che in quelle legislative che sono state individuate. Penso ad esempio al discorso che si sta affermando con sempre maggiore concretezza della cosidetta condizionalità degli aiuti. Cioè, si fa strada il concetto che non si danno sostegni finanziari per la cooperazione e lo svriluppo a quelle nazioni che sono il punto di partenza dei traffici e nulla o poco fanno per evitarrlo".

Per una collaborazione Internazionale effettiva?
"L'idea è di legare ad impegni di legalità quei paesi, perché mostrino di cooperare attivamente con le forze di polizia, con la magistratura degli stati della Comunità europea. Una delle poche e felici intuizioni della Legge Turco Napolitano è stata quella di mettere a punto quel particolare meccanismo, che permette alle donne vittime della tratta, di denunciare i loro sfruttatori e ricevere in cambio un permesso di soggiorno e essere inserite in un programma di recupero. Ebbene, la Comunità europea sta seriamente considerando questo meccanismo per fare in modo che possa essere esteso a tutto il territorio dell'Unione. Anche su fronti strettamente connessi, come la tutela dei testimoni, la confisca dei beni frutto di proventi criminali, anche nella Commissione inizia a diffondersi la consapevolezza sulla loro validità e noi, con le nostre esperienze, possiamo fornire una particolare consulenza, mirata, soprattutto, nei confronti dei Paesi dell'area Balcanica".

Nel momento In cui l'Italia, dal secondo semestre 2003, avrà la presidenza dl turno della Comunità, le strategie che adesso stanno discutendo potrebbero trovare la loro applicazione?
"Dobbiamo prepararci bene, mi pare fondamentale. Uno dei punti focali che bisogna affrontare con decisione nell'immediato, resta l'area dei Balcani. Rispetto alla scadenza, dovremo fare in modo che, d'accordo con la presidenza greca che ci precederà, quando sarà il turno dell'Italia, non vi siano solo delle dichiarazioni di principio, ma delle soluzioni operative. In altre parole, investimenti, cioè coordinamento delle somme spese, per non lasciare al nostro paese il maggior impegno finanziario, come accaduto finora. Abbiamo speso circa 67 milioni di euro per il funzionamento dei propri uffici di collegamento nella regione balcanica. Credo che non vi sia alcuno Stato con questi livello d'impegni"


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